mercoledì 25 maggio 2016

Il Quiddich, sport dei Maghi - V Incontro - sabato 21 maggio


All'inizio di novembre cominciò a fare molto freddo. Le montagne intorno alla scuola si tinsero di un grigio glaciale e il lago divenne una lastra di gelido metallo. Tutte le mattine il terreno era coperto di brina. Dalle finestre delle scale dei piani superiori si vedeva Hagrid intento a scongelare i manici di scopa nel campo da Quidditch, infagottato in un lungo pastrano di fustagno, guanti di pelo di coniglio ed enormi stivali foderati di castoro. La stagione del Quidditch era iniziata. Quel sabato, Harry avrebbe giocato la sua prima partita dopo settimane di allenamento: Grifondoro contro Serpeverde. Se avesse vinto, il Grifondoro avrebbe rimontato la classifica, passando al secondo posto nel campionato dei dormitori.  Quasi nessuno aveva visto Harry giocare, perché Baston aveva deciso che, essendo l'arma segreta della squadra, non si doveva sapere della sua presenza in campo. Ma non si sa come, la notizia che avrebbe giocato come Cercatore era trapelata, e lui non sapeva che cosa fosse peggio: sentirsi dire che si sarebbe certamente comportato da campione o che qualcuno, a terra, avrebbe dovuto correre su e giù tenendogli sotto un materasso.  Era veramente una fortuna, per Harry, essere diventato amico di Hermione. Senza di lei, non avrebbe saputo come fare con i compiti, visto che Baston imponeva alla squadra allenamenti frequenti con breve preavviso. Lei gli aveva anche prestato il libro Il Quidditch attraverso i secoli, una lettura molto interessante.  Harry imparò così che esistevano settecento modi di commettere un fallo a Quidditch, e che durante una partita di campionato mondiale, nel 1473, si erano verificati tutti quanti; che in genere i Cercatori erano i giocatori più piccoli e più veloci e che gli incidenti più gravi sembravano capitare proprio a loro; che sebbene i giocatori morissero di rado durante una partita di Quidditch, si aveva notizia di arbitri svaniti nel nulla e ricomparsi nel deserto del Sahara a distanza di mesi.  Da quando Harry e Ron l'avevano salvata dal mostro, Hermione era diventata un po' meno rigida per quanto riguardava l'osservanza delle regole, il che la rendeva molto più simpatica. La vigilia della prima partita di Harry, si trovavano tutti e tre fuori nel cortile gelido, durante la ricreazione, e lei aveva fatto apparire per incanto un fuoco di un azzurro splendente, che si poteva trasportare tenendolo in un barattolo della marmellata. Quella sera, la sala di ritrovo di Grifondoro era tutta un brusio di voci. Harry, Ron e Hermione sedevano insieme vicino a una finestra. Hermione stava correggendo i compiti di Incantesimi di Harry e Ron. Lei non avrebbe mai permesso che copiassero (‘Altrimenti, come imparate?’) ma chiedendole di correggerglieli, i due ragazzi riuscivano a ottenere comunque le soluzioni esatte. Harry si sentiva irrequieto.

All'alba dell'indomani, la giornata si presentava luminosa e fredda. La Sala Grande era piena del profumo delizioso delle salsicce fritte e dell'allegro chiacchiericcio dei ragazzi che non vedevano l'ora di assistere a una bella partita.  ‘Devi mangiare qualcosa’.  ‘Non voglio niente’.  ‘Soltanto un pezzetto di toast’ lo blandì Hermione.  ‘Non ho fame’. Harry si sentiva malissimo. Di lì a un'ora avrebbe fatto il suo ingresso in campo.  ‘Harry, hai bisogno di tutte le tue forze’ gli disse Seamus Finnigan. ‘I Cercatori sono sempre quelli che vengono acchiappati dall'altra squadra’.  ‘Grazie del conforto morale, Seamus’ disse Harry guardandolo versarsi una generosa quantità di ketchup sulle salsicce.  Per le undici, tutta la scolaresca era sugli spalti, intorno al campo di Quidditch. Molti erano armati di binocoli. Anche se i sedili potevano sollevarsi in aria, a volte era comunque difficile seguire quel che succedeva in campo.  Ron e Hermione si unirono a Neville, Seamus e Dean, il tifoso del calcio, che erano sulla gradinata più alta. Per fare una sorpresa a Harry, avevano dipinto un grosso striscione, ricavato da uno dei lenzuoli che il topo Crosta aveva rosicchiato. Sopra ci avevano scritto Potter sei tutti noi, e sotto Dean, che era molto bravo a disegnare, aveva schizzato un grosso leone, simbolo di Grifondoro. Poi Hermione aveva fatto un piccolo, ingegnoso incantesimo per cui i colori apparivano cangianti.  Nel frattempo, negli spogliatoi, Harry e il resto della squadra si stavano cambiando e indossavano la loro divisa scarlatta (i Serpeverde avrebbero giocato in verde).  Baston si schiarì la voce per intimare il silenzio.  ‘Allora, ragazzi...’ disse.  ‘...e ragazze’ completò la Cacciatrice Angelina Johnson.  ‘E ragazze’ convenne Baston. ‘Ci siamo’.  ‘Il gran giorno è arrivato’ disse Fred Weasley.  ‘Il gran giorno che tutti aspettavamo da tanto’ gli fece eco George.  ‘Il discorso di Baston lo sappiamo a memoria’ spiegò Fred a Harry. ‘Eravamo nella squadra anche l'anno scorso’.  ‘Chiudete il becco, voi due!’ disse Baston. ‘Quella di oggi è la squadra migliore che Grifondoro ha avuto da anni. Vinceremo. Lo so’.  Li guardò come a dire: ‘Altrimenti dovrete fare i conti con me’. ‘Bene. ora di entrare in campo. In bocca al lupo a tutti’.  Harry seguì Fred e George fuori dagli spogliatoi sperando che le ginocchia non gli si piegassero per l'emozione ed entrò in campo salutato da grandi ovazioni.  Ad arbitrare la partita sarebbe stata Madama Bumb che, ritta in mezzo al campo, aspettava le due squadre brandendo in mano la sua scopa.  ‘Mi raccomando a tutti, voglio una partita senza scorrettezze’ disse una volta che le due squadre furono riunite intorno a lei. Harry notò che sembrava rivolgersi in modo speciale al capitano dei Serpeverde, Marcus Flitt, un alunno del quinto anno. Harry pensò che Flitt potesse avere del sangue di mostro nelle vene. Con la coda dell'occhio vide lo striscione che sventolava sopra la folla con il motto fosforescente Potter sei tutti noi. Il cuore gli balzò in petto. Si sentì tornare un po' di coraggio.  ‘In sella alle scope, prego!’  Harry salì in arcione alla sua Nimbus Duemila.  Madama Bumb soffiò forte nel suo fischietto
d'argento.  Quindici scope si levarono in volo, in alto, sempre più in alto. La partita era iniziata.  ‘...e la Pluffa è stata intercettata immediatamente da Angelina Johnson del Grifondoro... che brava Cacciatrice è questa ragazza, e anche piuttosto carina...’  ‘JORDAN!’  ‘Chiedo scusa, professoressa’.  A commentare la partita era Lee Jordan, l'amico dei due gemelli Weasley, sorvegliato a vista dalla professoressa Mcgranitt.  ‘...La ragazza si muove davvero veloce, lassù. Effettua un passaggio puntuale ad Alicia Spinnet, un'ottima scoperta di Oliver Baston, che l'anno scorso ha giocato soltanto come riserva... indietro alla Johnson e... no, la Pluffa è stata intercettata dal capitano del Serpeverde Marcus Flitt, che se la porta via: eccolo che vola alto come un'aquila... sta per... no, bloccato da un'ottima azione del Portiere del Grifondoro Baston, e il Grifondoro è di nuovo in possesso della Pluffa. Ed ecco la Cacciatrice del Grifondoro Katie Bell... bella picchiata intorno a Flitt, poi di nuovo su... AHI!... deve averle fatto male quel colpo di Bolide dietro la testa! La Pluffa ritorna al Serpeverde. Ecco Adrian Pucey che parte a tutta birra verso i pali della porta, ma è bloccato da un secondo Bolide lanciatogli contro da Fred o George Weasley, non riesco a distinguere chi dei due... comunque, davanti a lei il campo è sgombero, e si allontana e letteralmente vola via - schiva un micidiale Bolide... è davanti alla porta - vai, Angelina! - il Portiere Bletchley si tuffa... manca il bersaglio... IL GRIFONDORO hA sEGNATO!  L'aria gelida fu saturata dall'applauso dei Grifondoro e dalle urla e dai fischi dei Serpeverde.  ‘Spostatevi un po', voi, scorrete più giù’.  ‘Hagrid!’  Ron e Hermione si strinsero per far posto a Hagrid vicino a loro.  ‘Finora ho guardato dalla mia capanna’ disse Hagrid mostrando orgogliosamente un grosso binocolo che gli pendeva sul petto, ‘ma non è mica lo stesso che allo stadio! Il Boccino finora non s'è visto, eh?’  ‘No’ disse Ron. ‘Finora Harry non ha avuto un granché da fare’.  ‘Be', almeno s'è tenuto fuori dai guai; è già qualcosa’ disse Hagrid portandosi il binocolo agli occhi e puntandolo verso il cielo, alla ricerca di Harry che appariva come un puntino lontano lontano.  In alto, sopra le loro teste, il ragazzo correva qua e là a cavallo della scopa, strizzando gli occhi per avvistare il Boccino. Questo faceva parte del piano di gioco che aveva messo a punto insieme a Baston.  ‘Tieniti fuori tiro finché non vedi il Boccino’ gli aveva detto Baston. ‘inutile esporsi ad attacchi prima del necessario’.  Quando Angelina aveva segnato, Harry aveva fatto un paio di giri della morte per dare sfogo all'euforia. Ora era tornato a scrutare il campo in cerca del Boccino. A un certo punto, aveva intravisto uno sprazzo dorato, ma era soltanto un riflesso dell'orologio da polso di uno dei gemelli Weasley, e un'altra volta un Bolide aveva deciso di schizzare verso di lui come una palla di cannone, ma lui l'aveva schivato e Fred Weasley si era messo a inseguirlo.  ‘Tutto bene da quelle parti, Harry?’ aveva avuto il tempo di gridargli, mentre colpiva furiosamente il Bolide indirizzandolo contro Marcus Flitt.  ‘Palla ai Serpeverde’ stava dicendo Lee Jordan, ‘il Cacciatore Pucey schiva due Bolidi, due Weasley e il Cacciatore Bell, e avanza veloce verso... aspettate un attimo... ma quello non era il Boccino?’  Un mormorio percorse gli spalti, mentre Adrian Pucey lasciava cadere la Pluffa, troppo preso a seguire con lo sguardo il lampo dorato che gli aveva sfiorato l'orecchio sinistro ed era passato oltre.  Harry lo vide. In un impeto di eccitazione, si tuffò in picchiata dietro quella scia d'oro. Anche il Cercatore del Serpeverde, Terence Higgs, lo aveva avvistato. Testa a testa, si lanciarono entrambi alla rincorsa del Boccino, e intanto sembrava che i Cacciatori avessero dimenticato il loro ruolo, sospesi a mezz'aria, tutti intenti a guardare.  Harry era più veloce di Higgs: vedeva la pallina rotonda che ad ali spiegate risaliva davanti a lui. Diede un'accelerata potente...  WHAM! Un boato di rabbia venne dai Grifondoro, sotto di loro. Marcus Flitt aveva bloccato Harry di proposito e la scopa di Harry sbandò, mentre il ragazzo cercava disperatamente di reggersi in sella.  ‘Fallo!’ gridarono i Grifondoro.  Madama Bumb si rivolse a Flitt con parole irate e poi ordinò un rigore a favore del Grifondoro. Ma, come era da aspettarsi, in tutta quella confusione il Boccino era scomparso di nuovo.  Giù, sugli spalti, Dean Thomas stava gridando: ‘Arbitro, mandalo fuori! Espulsione! Cartellino rosso!’  ‘Guarda che non siamo mica a una partita di calcio’ gli ricordò Ron. ‘A Quidditch non si possono espellere i giocatori... E poi, che cos'è un cartellino rosso?’  Ma Hagrid era dello stesso parere di Dean. ‘Bisognerebbe cambiare le regole. Flitt avrebbe potuto buttare di sotto Harry’.  Intanto, Lee Jordan trovava difficile mantenersi distaccato.  ‘Quindi... dopo questa lampante e ignobile scorrettezza...’  ‘Jordan!’ ringhiò la professoressa Mcgranitt.  ‘Voglio dire, dopo questo fallo palese e schifoso...’  ‘Jordan, ti avverto...’  ‘E va bene. Flitt per poco non ammazza il Cercatore del Grifondoro, il che naturalmente può succedere a chiunque, quindi un rigore per i Grifondoro, battuto da Spinnet che mette in rete senza difficoltà e il gioco prosegue, con i Grifondoro ancora in possesso di palla’.  Accadde quando Harry evitò un altro Bolide che gli passò pericolosamente vicino alla testa. La sua scopa, d'un tratto, ebbe uno scarto pauroso. Per una frazione di secondo, il ragazzo credette di essere sul punto di cadere. Si afferrò stretto stretto al manico della scopa serrando le ginocchia. Non aveva mai provato niente di simile.  Poi accadde di nuovo. Era come se la scopa stesse cercando di disarcionarlo. Ma una Nimbus Duemila non decideva da sola, tutto d'un tratto, di disarcionare il suo cavaliere. Harry cercò di tornare indietro verso i pali della porta del Grifondoro; aveva una mezza idea di chiedere a Baston di far fischiare un intervallo. Ma poi si rese conto che la scopa non rispondeva assolutamente più ai comandi. Non riusciva a sterzare. Non riusciva a dirigerla dove voleva. Zigzagava nell'aria dando dei violenti scossoni che stavano per disarcionarlo.  Lee stava ancora commentando.  ‘Palla al Serpeverde... Flitt ha la Pluffa... oltrepassa Spinnet... supera Bell... viene colpito in faccia da un Bolide, spero che gli abbia rotto il naso... ma no, professoressa, sto solo scherzando... il Serpeverde segna... oh, no...’  I Serpeverde esultavano. Nessuno sembrava essersi accorto che la scopa di Harry si stava comportando in modo strano. Lentamente, a sbalzi e a strattoni, lo stava trasportando sempre più in alto, lontano dal gioco.  ‘Chissà cosa pensa di fare Harry’ bofonchiò Hagrid. Stava guardando attraverso il binocolo. ‘Direi che ha perso il controllo della sua scopa, direi... ma non può mica aver...’  D'un tratto, gli occhi di tutti furono puntati su Harry. La sua scopa aveva cominciato a fare le capriole, mentre lui riusciva a stento a reggersi in sella. Poi tutti gli spettatori trattennero il fiato. La scopa aveva dato uno strattone fortissimo e Harry era stato disarcionato. Ora il ragazzo penzolava giù, reggendosi al manico con una sola mano.  ‘successo qualcosa alla scopa quando Flitt lo ha bloccato?’ sussurrò Seamus.  ‘Impossibile’ disse Hagrid con voce tremante. ‘Niente può fare ammattire una scopa tranne una potente magia nera... e nessuno dei ragazzi sarebbe capace di fare una cosa simile a una Nimbus Duemila’.  A queste parole, Hermione afferrò il binocolo di Hagrid, ma anziché guardare in alto verso Harry, cominciò febbrilmente a scrutare le file del pubblico.  ‘Ma che diavolo stai facendo?’ chiese Ron con la faccia livida.  ‘Lo sapevo!’ ansimò Hermione. ‘Piton... guarda!’  Ron afferrò il binocolo. Piton stava sulla gradinata dirimpetto alla loro. Teneva gli occhi fissi su Harry e mormorava qualcosa sottovoce.  ‘Sta combinandone una delle sue... sta facendo il malocchio alla scopa’ disse Hermione.  ‘E ora che facciamo?’  ‘Lascia fare a me’.  Prima che Ron potesse proferire un'altra sola parola, Hermione era scomparsa. Ron puntò di nuovo il binocolo su Harry. La scopa stava vibrando così forte che sarebbe stato praticamente impossibile tenercisi attaccato ancora a lungo. Gli spettatori erano tutti in piedi, e guardavano inorriditi, mentre i gemelli Weasley volavano in soccorso dell'amico, cercando di trarlo in salvo su una delle loro scope, ma invano: ogni volta che gli si accostavano, la scopa di Harry faceva un balzo più in alto. Allora scesero di quota e si disposero in cerchio sotto di lui, sperando di riuscire ad afferrarlo al volo quando fosse caduto. Marcus Flitt, impossessatosi della Pluffa, segnò cinque volte senza che nessuno se ne accorgesse.  ‘Dai, Hermione, sbrigati!’ mormorava Ron disperato.  Hermione si era fatta largo tra gli spettatori per raggiungere il palco dove si trovava Piton e ora stava correndo lungo la fila di sedili alle spalle di lui; non si fermò neanche per chiedere scusa al professor Raptor, quando lo urtò facendolo cadere a faccia avanti. Una volta raggiunto Piton, si accucciò, tirò fuori la bacchetta magica e bisbigliò alcune parole scelte con cura. Dalla bacchetta sprizzarono delle fiamme blu che andarono a colpire l'orlo dell'abito di Piton.  Ci vollero forse trenta secondi perché Piton si rendesse conto di aver preso fuoco. Un improvviso grido di dolore fece capire alla ragazza che aveva ottenuto il suo scopo. Richiamò il fuoco e lo rinchiuse in un piccolo barattolo, se lo mise in tasca, e rifece il percorso inverso. Piton non avrebbe mai saputo quel che era successo.  Ma era bastato. Su in aria, Harry riuscì d'un tratto a rimettersi a cavallo della sua scopa.  ‘Neville, ora puoi guardare!’ disse Ron. Per tutti gli
ultimi cinque minuti Neville aveva singhiozzato col viso nascosto nella giacca di Hagrid.  Harry stava scendendo in picchiata verso terra quando gli spettatori lo videro mettersi una mano a coppa sulla bocca come se stesse per dare di stomaco: cadde carponi sul terreno di gioco, tossì... e qualcosa di dorato gli cadde in mano.  ‘Ho preso il Boccino!’ gridò agitandolo sopra la testa, e la partita terminò nel caos generale.  ‘Non l'ha preso, l'ha quasi inghiottito’ strillava Flitt ancora venti minuti dopo, ma tanto non aveva importanza. Harry non aveva violato nessuna regola e Lee Jordan stava ancora annunciando a squarciagola il risultato: il Grifondoro aveva vinto per centosettanta a sessanta.

Alla scoperta nella Biblioteca Proibita - IV Incontro - sabato 14 maggio 2016


 Nicolas Flamel e la Pietra Filosofale


La sala era davvero uno spettacolo. Dalle pareti pendevano ghirlande d'agrifoglio e di pungitopo, e tutto intorno erano disposti non meno di dodici giganteschi alberi di Natale, alcuni decorati di ghiaccioli scintillanti, altri illuminati da centinaia di candeline. ‘Quanti giorni mancano alle vacanze?’ chiese Hagrid.  ‘Soltanto uno’ rispose Hermione. ‘E questo mi fa venire in mente... Harry, Ron, manca mezz'ora al pranzo, dobbiamo andare in biblioteca’. ‘Ah, già, è vero’ disse Ron distogliendo lo sguardo dal professor Vitious, che dalla sua bacchetta magica stava facendo uscire festoni di bolle che si depositavano sui rami del nuovo albero. ‘In biblioteca?’ chiese Hagrid seguendoli fuori del salone. ‘Prima delle vacanze? Dite un po', ma non è che esagerate con lo studio?’ ‘Non è per studiare’ gli spiegò Harry tutto allegro. ‘da quando ci hai parlato di Nicolas Flamel che stiamo cercando di scoprire chi diavolo è’. ‘Che cosa?’ Hagrid sembrava sconvolto. ‘Statemi bene a sentire... Ve l'ho già detto... lasciate perdere. Che cosa custodisce il cane non sono affari vostri’. ‘Vogliamo soltanto sapere chi è Nicolas Flamel, tutto qui’ disse Hermione. ‘A meno che non voglia dircelo tu, così ci risparmi la fatica’ soggiunse Harry. ‘Abbiamo già sfogliato centinaia di libri e non l'abbiamo trovato da nessuna parte... Dacci almeno una dritta! Io so soltanto che il suo nome l'ho letto da qualche parte’. ‘Ho le labbra cucite’ disse Hagrid categorico. ‘Allora, non ci rimane che scoprirlo da soli’ disse Ron. Lasciarono Hagrid con l'aria contrariata, e si avviarono di corsa verso la biblioteca. Era vero che, da quando Hagrid se l'era fatto sfuggire di bocca, avevano sfogliato libri su libri in cerca di quel nome perché in quale altro modo avrebbero potuto scoprire che cosa stava cercando di rubare Piton? Il guaio era che non sapevano da dove cominciare, ignorando quel che Flamel poteva aver fatto per essere citato in un libro. Non compariva in Grandi maghi del ventesimo secolo, e neanche in Esponenti di rilievo della magia del nostro tempo; non era citato in Scoperte importanti della magia moderna, né in Rassegna dei recenti sviluppi della magia. E poi, naturalmente, c'era il problema delle dimensioni della biblioteca; decine di migliaia di volumi; migliaia di scaffali, centinaia di stretti corridoi. Hermione tirò fuori un elenco di materie e di titoli che aveva deciso di cercare mentre Ron si avviava lungo un corridoio e cominciava a estrarre libri a caso dagli scaffali. Harry si aggirava invece nel Reparto Proibito. Da un pezzo si chiedeva se Flamel non si trovasse in qualche libro di quel reparto. Purtroppo, per prendere uno qualsiasi dei libri proibiti occorreva un'apposita autorizzazione firmata da uno dei professori, e lui sapeva benissimo che non sarebbe mai riuscito a procurarsela. Quelli erano i libri che contenevano i potenti segreti della Magia Nera che non veniva mai insegnata a Hogwarts, e venivano letti soltanto dagli allievi più anziani che si perfezionavano nella Difesa contro le Arti Oscure. ‘Che cosa stai cercando, ragazzo?’ ‘Niente’ rispose Harry. Madama Pince, la bibliotecaria, brandiva contro di lui un piumino per la polvere.  ‘Allora farai meglio ad andartene. Fila... fuori!’ Rimpiangendo di non essere stato più veloce a inventare qualche scusa, Harry lasciò la biblioteca. Con Ron e Hermione aveva convenuto che era meglio non chiedere a Madama Pince dove poter trovare notizie su Flamel. Lei sarebbe stata certamente in grado di dirglielo, ma non potevano rischiare che le loro intenzioni giungessero all'orecchio di Piton. Harry aspettò fuori nel corridoio per vedere se i due amici avessero trovato qualcosa, ma non nutriva molte speranze. Erano circa due settimane che portavano avanti la loro ricerca, ma dato che potevano farlo solo nei ritagli di tempo tra una lezione e l'altra, c'era poco da stupirsi che non avessero trovato ancora niente. Quello di cui avrebbero avuto veramente bisogno era di poter cercare a lungo e con comodo, senza sentirsi sul collo il fiato di Madama Pince. Cinque minuti dopo, Ron e Hermione lo raggiunsero scuotendo la testa delusi. Andarono a pranzo. ‘Continuerete a cercare mentre sono via, non è vero?’ chiese Hermione. ‘E se trovate qualcosa mi mandate un gufo’.


[nella parte che abbiamo tagliato, per motivi di eccessiva lunghezza del testo, Harry trascorre le

vacanze di Natale al castello di Hogwarts con il suo amico Ron e con i suopi fratelli. Insieme passano una giornata bellissima, giocando e mangiando dolcetti. Harry per la prima volta riceve dei regali di Natale: i Dursley non gi avevano mai fatto dei regali. Oltre al maglione di lana confezionato dalla signora Wesley, Harry trova vicino al proprio letto il regalo di uno sconosciuto. All’interno del pacco c’è un mantello di una stoffa finissima: è il mantello dell’invisibilità. Indossandolo e comprendocisi bene, Harry non può essere visto da nessuno. La notte di Natale decide dunque di uscire dal dormitorio dei Grifondoro e gironzolare non visto per il castello. All’improvviso viene in mente a Harry di visitare Il Reparto Proibito della biblioteca alla ricerca di informazioni su Nicolas Flamel]

Nella biblioteca era buio pesto e c'era un'atmosfera da brivido. Harry accese una lampada per vedere le file di libri. La lampada sembrava galleggiare a mezz'aria, e anche se Harry sapeva di reggerla lui col braccio, la sua vista gli faceva venire la pelle d'oca. Il Reparto Proibito era proprio in fondo alla biblioteca. Facendo molta attenzione e scavalcando il cordone che separava quei libri dal resto della biblioteca, Harry tenne alta la lampada per leggere i titoli. Ma non gli dicevano granché. Le lettere erano talmente consunte che l'oro veniva via a pezzi, e formavano parole in lingue che Harry non
capiva. Alcuni, poi, non avevano titolo. Uno mostrava sulla copertina una macchia scura dall'aspetto sinistro, che aveva tutta l'aria di esser sangue. A Harry si rizzarono i capelli in testa. Forse era tutta una sua fantasia, forse no, ma credette di sentire un debole sussurro provenire dai libri, come se quelli avvertissero la presenza di un intruso. Doveva pur cominciare da qualche parte. Sistemò con circospezione la lampada a terra, guardò lungo lo scaffale più basso in cerca di un libro interessante. Un grosso libro nero e argento colpì la sua attenzione. Lo tirò fuori con difficoltà, perché era molto pesante e, appoggiandoselo sulle ginocchia, lo aprì. Il silenzio fu rotto da un grido lacerante, da far gelare il sangue nelle vene. Proveniva dal libro! Harry si affrettò a richiuderlo, ma il grido continuò ancora: un'unica nota acuta, ininterrotta, assordante. Arretrando, il ragazzo inciampò e urtò la lampada che si spense all'istante. Terrorizzato, udì dei passi lungo il corridoio all'esterno. Ripose nello scaffale il libro urlante e se la diede a gambe. Incrociò Gazza quasi sulla porta. Lo sguardo di quegli occhi pallidi e furenti lo attraversò da parte a parte senza vederlo: Harry sgattaiolò sotto il braccio alzato del guardiano, e spiccò una corsa furibonda per il corridoio, con le grida del libro che gli risonavano ancora nelle orecchie.

Harry, Ron e Hermione avevano quasi abbandonato ogni speranza di trovare Flamel nei libri della biblioteca, sebbene Harry fosse sempre sicuro di aver letto quel nome chissà dove. All'inizio del trimestre, si rimisero a sfogliare libri ogni volta che avevano ricreazione. I tre amicio stavano chiacchierando nella Sala Comune, quando Neville piombò nella sala di ritrovo. Non si capiva come avesse fatto a passare dal buco dietro il ritratto, perché aveva le gambe bloccate insieme da quello che riconobbero immediatamente come l'Incantesimo della Pastoia: probabilmente aveva fatto tutta la strada fino alla torre di Grifondoro a balzelloni, come un coniglio.  Tutti si rotolarono dalle risate salvo Hermione, che saltò su e gli fece subito un controincantesimo. Le gambe di Neville si sciolsero dagli invisibili laccioli e lui si mise in piedi tutto tremante.  ‘Che cosa ti è successo?’ chiese Hermione mentre lo accompagnava a sedersi vicino a Harry e a Ron.  ‘Malfoy’ rispose Neville con voce tremula. ‘L'ho incontrato fuori della biblioteca. Ha detto che stava cercando qualcuno su cui sperimentare il trucco’.  ‘Va' dalla professoressa Mcgranitt!’ lo esortò Hermione. ‘Raccontale tutto!’  Ma Neville scosse la testa.  ‘Non voglio altri guai’ bofonchiò.  ‘Ma Neville, devi tenergli testa!’ disse Ron. ‘Quello è abituato a passare sopra al prossimo, ma questa non è una ragione per prosternarsi davanti a lui e rendergli più facile il compito’.  ‘Non hai bisogno di dirmi che non sono abbastanza coraggioso per far parte della squadra del Grifondoro: ci ha già pensato Malfoy’ fece Neville con voce strozzata.  Harry si cacciò una mano nella tasca del mantello e ne estrasse una Cioccorana, l'ultimissima della scatola che Hermione gli aveva regalato a Natale. La porse a Neville, che sembrava sull'orlo delle lacrime. ‘Tu vali dodici Malfoy’ disse. Le labbra di Neville si stiracchiarono in un debole sorriso, mentre scartava la Cioccorana.  ‘Grazie, Harry... Credo che me ne andrò a letto. Vuoi la figurina? Tu fai collezione, no?’  Mentre Neville si allontanava, Harry dette un'occhiata alla figurina del Famoso Mago.  ‘Un'altra volta Silente’ fece. ‘E' stato il primo che ho mai...’  Ma le parole gli si strozzarono in gola. Fissò il retro della figurina. Poi alzò gli occhi su Ron e Hermione.  ‘L'ho trovato!’ bisbigliò. ‘Ho trovato Flamel! Ve l'avevo detto che quel nome l'avevo già letto da qualche parte! stato sul treno, venendo qui a Hogwarts. State a sentire: "Il Professor Silente è noto soprattutto per avere sconfitto nel 1945 il mago del male Grindelwald, per avere scoperto i dodici modi per utilizzare sangue di drago e per i suoi esperimenti di alchimia, insieme al collega Nicolas Flamel"!’ Hermione saltò su. Non aveva quell'aria euforica dalla prima volta che avevano ricevuto i voti per i loro esercizi. ‘Restate lì!’ disse, e corse difilato su per le scale diretta ai dormitori delle ragazze. Harry e Ron ebbero appena il tempo di scambiarsi un'occhiata perplessa che lei era già di ritorno a tutta velocità, portando fra le braccia un enorme e vecchio librone. ‘Non ho mai pensato di guardare qui dentro!’ sussurrò tutta eccitata. ‘Questo l'ho preso dalla biblioteca qualche settimana fa, quando cercavo una lettura un po' leggera...’  ‘Leggero, quello?’ esclamò Ron, ma Hermione gli disse di star zitto finché non avesse trovato qualcosa, e cominciò a girare febbrilmente le pagine borbottando fra sé e sé. Alla fine trovò quel che cercava. ‘Lo sapevo! Lo sapevo!’  ‘Adesso possiamo parlare?’ fece Ron imbronciato. Hermione lo ignorò. ‘Nicolas Flamel’ mormorò in tono d'importanza, ‘è l'unico di cui si sappia che ha fabbricato la Pietra Filosofale!’ Ma non sortì precisamente l'effetto che si aspettava.  ‘La che?’ chiesero Harry e Ron a una voce. ‘Uffa, ma voi due non sapete leggere? Guardate: leggete che cosa dice qua’. Spinse il librone verso di loro, e i due ragazzi lessero: la disciplina dell'alchimia si occupa di fabbricare la Pietra Filosofale, una sostanza leggendaria dai poteri sbalorditivi. La pietra è in grado di trasformare qualsiasi metallo in oro puro e per giunta produce l'Elisir di Lunga Vita, che rende immortale chi lo beve. Nel corso dei secoli si è parlato molto della Pietra Filosofale, ma l'unica che esista attualmente appartiene a Nicolas Flamel, noto alchimista e appassionato di opera lirica. Flamel, che l'anno scorso ha festeggiato il suo seicentosessantacinquesimo compleanno, conduce una vita tranquilla nel Devon insieme alla moglie, Peronella, che ha seicentocinquantotto anni. ‘Capito?’ disse Hermione quando ebbero terminato. ‘Di certo, il cane fa la guardia alla Pietra Filosofale di Flamel! Scommetto che ha chiesto a Silente di custodirla, perché sono amici e lui sapeva che qualcuno ne era in caccia. Ecco perché ha voluto far portare via la Pietra dalla Gringott!’  ‘Una pietra che fabbrica l'oro e rende immortali!’ esclamò Harry. ‘E ci credo che Piton le dà la caccia! Chiunque vorrebbe possederla’.  ‘E ci credo che non trovavamo Flamel in quella Rassegna dei recenti sviluppi della magia’ aggiunse Ron. ‘Se ha seicentosessantacinque anni, non è poi tanto recente! Voi che ne dite?’.

martedì 10 maggio 2016

Magia, Mostri Puzzolenti e Amicizia - IV Incontro - Sabato 7 Maggio 2016


 

Halloween


Forse per tutte le cose che aveva da fare, con gli allenamenti di Quidditch tre sere a settimana oltre alla gran quantità di compiti, Harry stentava a credere che fossero passati quasi due mesi da quando era arrivato a Hogwarts. Al castello, si sentiva come a casa sua, molto più di quanto non gli fosse mai accaduto a Privet Drive. Anche le lezioni stavano cominciando a diventare sempre più interessanti, ora che avevano imparato a padroneggiare le nozioni fondamentali. La mattina di Halloween si svegliarono al profumo delizioso di zucca al forno che aleggiava per i corridoi. E per giunta, durante la lezione di Incantesimi, il professor Vitious aveva annunciato che li riteneva pronti a far volare gli oggetti, una cosa che morivano dalla voglia di provare fin da quando gli avevano visto far girare vorticosamente per la classe il rospo di Neville. Per l'esercitazione, il professor Vitious divise la scolaresca in coppie. Il compagno di Harry fu Seamus Finnigan (il che fu un sollievo per lui, dato che Neville aveva già cercato di cavargli un occhio). Ma a Ron toccò Hermione Granger. Era difficile dire chi dei due fosse più scontento della cosa. Lei non aveva più rivolto la parola a nessuno dei due dal giorno in cui era arrivato il manico di scopa di Harry. ‘Non dimenticate quel grazioso movimento del polso che ci siamo esercitati a ripetere!’ strillò il professor Vitious, arrampicato, come al solito, sopra la sua pila di libri. ‘Agitare e colpire, ricordate, agitare e colpire. Un'altra cosa molto importante è pronunciare correttamente le parole magiche... Non dimenticate mai il Mago Baruffio che disse "s" invece di "z" e si ritrovò steso a terra con un orso sopra il petto’. Era molto difficile. Harry e Seamus agitarono e colpirono, ma la piuma che avrebbero dovuto mandare verso l'alto era sempre lì sopra il banco. L'impazienza di Seamus fu tale che il ragazzo la stuzzicò con la bacchetta magica e le appiccò fuoco... e Harry dovette spegnerlo con il cappello. Ron, nel banco accanto, non aveva maggiore fortuna. ‘Wingardium Leviosa!’ gridò agitando le lunghe braccia come un mulino a vento. ‘Lo stai dicendo sbagliato’ Harry udì Hermione sbottare. ‘Wing-gar-dium Levi-o-sa: devi pronunciare il "gar" bello lungo’. ‘E fallo te, visto che sei tanto brava!’ la rimbeccò Ron. Hermione si rimboccò le maniche della tunica, agitò la bacchetta magica e disse: ‘Wingardium Leviosa!’ La piuma si sollevò dal banco e rimase sospesa in aria a circa un metro e mezzo sopra le loro teste. ‘Molto bene!’ gridò il professor Vitious battendo le mani. ‘Avete visto tutti? Miss Granger c'è riuscita!’ Alla fine della lezione Ron era di pessimo umore. ‘Non c'è da stupirsi che nessuno la sopporti’ disse a Harry mentre si facevano largo nel corridoio sovraffollato. ‘Quella ragazza è un incubo, parola mia!’ Harry si sentì battere su una spalla da qualcuno che lo superò. Era Hermione. Le intravide il volto... e si rese conto con stupore che era in lacrime. ‘Credo che ti abbia sentito’. ‘E allora?’ disse Ron, ma aveva l'aria un po' imbarazzata. ‘Deve essersi resa conto che non ha amici’. Hermione non si presentò alla lezione successiva e non si fece vedere per tutto il pomeriggio. Mentre si avviavano verso la Sala Grande per la festa di Halloween, Harry e Ron sentirono Calì Patil dire alla sua amica Lavanda che Hermione stava piangendo nel bagno delle femmine e voleva essere lasciata in pace. A questa notizia, Ron si sentì ancora più imbarazzato, ma un attimo dopo erano nella Sala
Grande, dove le decorazioni per Halloween fecero loro dimenticare Hermione. Un migliaio di pipistrelli si staccò in volo dalle pareti e dal soffitto, mentre un altro migliaio sorvolò i tavoli in bassi stormi neri, facendo tremolare le candele dentro le zucche. Le pietanze del banchetto apparvero all'istante nei piatti d'oro, come era avvenuto per il banchetto di inizio anno. Harry si stava servendo una patata farcita, quando il professor Raptor entrò nella sala di corsa, con il turbante di traverso e il terrore dipinto in volto. Tutti gli sguardi erano puntati su di lui mentre si avvicinava alla sedia del professor Silente, inciampava sul tavolo e con un filo di voce diceva: ‘Un mostro... nei sotterranei... pensavo di doverglielo dire’. E si accasciò a terra svenuto. Nacque un tumulto. Ci vollero diversi petardi viola della bacchetta magica del professor Silente per ripristinare il silenzio. ‘Prefetti’ tuonò, ‘riportate immediatamente i ragazzi nei rispettivi dormitori, immediatamente!’ Percy era nel suo elemento. ‘Seguitemi! Voi del primo anno, rimanete uniti. Non avete ragione di temere il mostro se seguite i miei ordini. Fate largo, passano quelli del primo anno. Scusate, scusate, sono un prefetto’. ‘Ma come ha fatto a entrare un mostro?’ chiese Harry mentre salivano le scale. ‘Non chiederlo a me. Si dice che siano esseri veramente stupidi’ disse Ron. ‘Forse è stato Pix, per fare uno scherzo di Halloween’. Incontrarono vari gruppi di ragazzi che si affrettavano in direzioni diverse. Come furono riusciti a farsi largo a spintoni tra una folla di Tassorosso agitatissimi, all'improvviso Harry afferrò il braccio di Ron. ‘M'è venuto in mente soltanto ora... Hermione!’ ‘Che cosa le è successo?’ ‘Non sa del mostro’. Ron si morse il labbro. ‘E va bene!’ esclamò. ‘Ma è meglio che Percy non ci veda’. Piegandosi velocemente, si confusero col gruppo dei Tassorosso che andavano nella direzione opposta, sgattaiolarono verso un corridoio laterale deserto e spiccarono una corsa verso il bagno delle femmine. Avevano appena svoltato l'angolo, quando udirono dei passi rapidi dietro di loro. ‘Percy’ sibilò Ron spingendo Harry dietro a un grosso grifone di pietra. Tuttavia, guardando meglio, non videro Percy, bensì Piton, il quale attraversò il corridoio e sparì dalla vista. ‘Che cosa diavolo sta facendo?’ sussurrò Harry. ‘Perché non è giù nei sotterranei con gli altri insegnanti?’ ‘E che ne so io’. Percorsero furtivi il corridoio successivo il più silenziosamente possibile seguendo l'eco dei passi di Piton che si andavano affievolendo. ‘Si sta dirigendo al terzo piano’ disse Harry, ma Ron gli prese la mano. ‘Non senti uno strano odore?’ Harry annusò l'aria e gli giunse alle narici un orrendo fetore, un misto di calzini sporchi e di gabinetto pubblico non pulito da tempo. E poi lo udirono: un cupo grugnito e i passi strascicati di piedi giganteschi; all'estremità di un passaggio sulla sinistra, qualcosa di enorme avanzava verso di loro. Si ritirarono in ombra e lo stettero a guardare mentre si ergeva da una pozza di luce lunare. Fu una visione orripilante. Alto più di tre metri, aveva la pelle di un color grigio granito senza sfumature, il corpo bitorzoluto come un sasso, con in cima una testa piccola e glabra, come una noce di cocco. Le gambe erano corte e tozze come tronchi d'albero e i piedi piatti e ricoperti di corno. L'odore che emanava da quella creatura era incredibile. Aveva in mano un'immensa clava di legno che strascinava per terra per via delle braccia troppo lunghe. Il mostro si fermò vicino a una porta e guardò dentro. Agitò le lunghe orecchie cercando, con la sua mente limitata, di prendere una decisione; poi, con andatura goffa e lenta, entrò. ‘La chiave è nella toppa’ bisbigliò Harry. ‘Potremmo chiuderlo dentro’. ‘Buona idea’ disse Ron nervoso. Strisciando lungo il muro, raggiunsero la porta, che era aperta; avevano la bocca secca e pregavano in cuor loro che il mostro non avesse deciso di uscire. Con un grande balzo, Harry riuscì ad afferrare la chiave, chiuse la porta e la sprangò. ‘Ecco fatto!’ Tutti ringalluzziti dalla vittoria, risalirono di corsa il passaggio ma, una volta giunti all'angolo, udirono qualcosa che gli raggelò il sangue nelle vene: un acuto grido di terrore, che proveniva dalla stanza che avevano appena chiuso a chiave. ‘Oh, no!’ esclamò Ron pallido come il fantasma del Barone Sanguinario. ‘il bagno delle femmine!’ ansimò Harry. ‘Hermione!’ esclamarono a una sola voce. Era l'ultima cosa che avrebbero voluto fare, ma quale altra scelta avevano? Fecero dietrofront, ripercorsero all'impazzata il corridoio fino alla porta e girarono la chiave, annaspando per il panico. Harry la spalancò ed entrambi si precipitarono dentro. Hermione Granger stava rannicchiata contro la parete opposta e aveva tutta l'aria di essere sul punto di svenire. Il mostro avanzava verso di lei e, nella sua marcia, strappava via dal muro i lavandini. ‘Maledizione!’ esclamò Harry disperato rivolto a Ron, e afferrato un rubinetto, lo scagliò con tutta la forza che aveva contro la parete. Il mostro si fermò a pochi metri da Hermione. Si girò goffamente, sbattendo gli occhi con espressione ottusa per vedere che cosa avesse provocato quel rumore. I suoi occhietti malvagi videro Harry. Esitò, poi decise di dirigersi verso di lui, cosa che fece brandendo la clava. ‘Ehi, tu, cervello di gallina!’ gridò Ron dal lato opposto della stanza, scagliandogli contro un tubo di metallo. Sembrò che il mostro non si fosse neanche accorto del corpo contundente che lo aveva colpito alla spalla, ma che avesse udito il grido; si fermò di nuovo, volgendo ora il suo grugno orrendo verso Ron, e dando così il tempo a Harry di aggirarlo. ‘Dai, corri, corri!’ gridò Harry a Hermione, cercando di tirarla verso la porta. Ma la ragazza era paralizzata, incollata al muro, con la bocca spalancata per il terrore. Le grida e il frastuono sembrarono rendere furioso il mostro. Emise un altro barrito poderoso e si avviò veloce in direzione di Ron che era il più vicino e non aveva vie di scampo. A quel punto, Harry fece una cosa al tempo stesso molto coraggiosa e molto stupida: presa la rincorsa, spiccò un salto e cercò di aggrapparsi al collo del mostro, cingendolo con le braccia da dietro. Il mostro non si accorse che Harry gli si era attaccato; ma non poté ignorare il pezzo di legno che gli venne infilato su per il naso. Quando Harry aveva spiccato il salto aveva la bacchetta magica in mano, quella si era introdotta in una delle narici del bestione. Ululando di dolore, il mostro cominciò a roteare la sua clava e a menar colpi, con Harry sempre aggrappato alla schiena che cercava di vendere cara la pelle; da un momento all'altro, avrebbe potuto scrollarselo di dosso o assestargli una tremenda mazzata con la clava. Hermione, terrorizzata, si era accasciata al suolo; Ron tirò fuori la bacchetta magica e, senza sapere neanche che cosa avrebbe fatto, udì la propria voce gridare il primo incantesimo che gli veniva in mente: ‘Wingardium Leviosa!’ La clava sfuggì improvvisamente dalle mani del mostro, si sollevò in aria, in alto, sempre più in alto, poi lentamente invertì direzione e ricadde pesantemente sulla testa del suo proprietario, con uno schianto assordante. Il mostro vacillò e poi cadde a muso avanti con un tonfo che fece tremare tutta la stanza. Harry si rimise in piedi. Tremava e gli mancava il fiato. Ron era lì, immobile, con la bacchetta ancora alzata, a contemplare il proprio operato. La prima a parlare fu Hermione. ‘E'... morto?’ ‘Non credo’ disse Harry. ‘Credo che lo abbiamo semplicemente messo K.O.’. Si chinò sul mostro e gli estrasse la bacchetta dal naso. Era coperta di una sostanza che sembrava una colla grigia tutta grumi. ‘Puah! Caccole di mostro!’ E ripulì la bacchetta sui calzoni del bestione. Un improvviso sbattere di porte e un gran rumore di passi obbligarono tutti e tre ad alzare lo sguardo. Non si erano resi conto di quale e quanto baccano avessero fatto, ma naturalmente, di sotto, qualcuno doveva aver sentito il frastuono e i barriti. Un attimo dopo, la professoressa Mcgranitt faceva irruzione nel locale, seguita da Piton e da Raptor che chiudeva il terzetto. Raptor lanciò un'occhiata al mostro, emise un flebile gemito e si sedette rapidamente su una tazza del gabinetto tenendosi una mano premuta sul cuore. Piton si chinò sul mostro. La Mcgranitt guardava i ragazzi. Harry non l'aveva mai vista tanto arrabbiata. Aveva le labbra livide. La speranza di guadagnare cinquanta punti per i Grifondoro svanì all'istante. ‘Che cosa diavolo credevate di fare?’ chiese la Mcgranitt con una furia glaciale nella voce. Harry guardò Ron, che stava ancora con la bacchetta sospesa in aria. ‘Avete corso il rischio di venire ammazzati. Perché non eravate nel vostro dormitorio?’ Piton lanciò a Harry uno sguardo rapido e penetrante. Harry abbassò il suo a terra. Avrebbe voluto che Ron mettesse giù quella bacchetta magica. Poi, dall'ombra, si sentì una vocina flebile. ‘La prego, professoressa Mcgranitt... erano venuti a cercare me’. ‘Signorina Granger!’ Finalmente, Hermione era riuscita a mettersi in piedi. ‘Ero andata in cerca del mostro perché... perché pensavo di essere in grado di affrontarlo da sola... perché... sa... ho letto tutto sui mostri’. A Ron cadde la bacchetta di mano. Hermione Granger che mentiva sfacciatamente a un insegnante! ‘Se non mi avessero trovato, sarei morta. Harry gli ha infilato la bacchetta nel naso e Ron l'ha steso con un colpo della sua stessa clava. Non hanno avuto il tempo di andare a chiamare nessuno. Quando sono arrivati, il mostro stava per uccidermi’. Harry e Ron cercarono di darsi l'aria di sapere tutto da prima. ‘Be'... in questo caso...’ disse la Mcgranitt guardandoli tutti e tre. ‘Signorina Granger, piccola incosciente, come hai potuto pensare di affrontare da sola un mostro di montagna?’ Hermione chinò la testa. Harry era senza parole: Hermione era l'ultima persona al mondo capace di infrangere una regola, ed eccola là, a fingere di averlo fatto, per scagionare loro. Era come se Piton avesse cominciato a distribuire caramelle. ‘Signorina Granger, per questo a Grifondoro verranno tolti cinque punti’ disse la professoressa Mcgranitt. ‘Mi hai molto delusa. Se non sei ferita, torna immediatamente alla torre di Grifondoro. Gli studenti stanno finendo di festeggiare Halloween nei rispettivi dormitori’. Hermione uscì. La professoressa Mcgranitt si rivolse a Harry e Ron. ‘Bene, torno a dire che siete stati fortunati, ma non molti allievi del primo anno avrebbero saputo tenere testa a un mostro di montagna così grosso. Vincete cinque punti ciascuno per Grifondoro. Il professor Silente ne sarà informato. Potete andare’. Corsero via e non spiccicarono parola fino a che non furono arrivati due piani più su. A parte il resto, fu un sollievo lasciarsi alle spalle il tanfo di quel mostro. ‘Avremmo meritato di guadagnare più di dieci punti’ bofonchiò Ron. ‘Vorrai dire cinque, una volta sottratti i cinque punti di Hermione’. ‘stata buona a toglierci dai guai in quel modo’ ammise Ron. ‘Ma non dimentichiamo che siamo stati noi a salvare lei!’ ‘Però, non avrebbe avuto bisogno di nessun salvataggio se non avessimo chiuso a chiave quel coso insieme a lei’ gli ricordò Harry. Erano arrivati al ritratto della Signora Grassa. ‘Grugno di porco’ dissero, ed entrarono. La sala di ritrovo era gremita di gente e molto rumorosa. Tutti stavano mangiando le pietanze spedite su dalle cucine.
Hermione era sola soletta, vicino alla porta, e li aspettava. Ci fu un silenzio pieno d'imbarazzo. Poi, senza guardarsi negli occhi, tutti e tre dissero ‘Grazie’ e corsero via a procurarsi dei piatti. Ma da quel momento, Hermione Granger divenne loro amica. impossibile condividere certe avventure senza finire col fare amicizia, e mettere K.O. un mostro di montagna alto quattro metri è fra quelle.