Gli dei: Asi e Vani
Con
mitologia norrena, mitologia nordica o mitologia scandinava ci si riferisce
all'insieme dei miti appartenenti alla religione tradizionale pre-cristiana dei
popoli scandinavi, inclusi quelli che colonizzarono l'Islanda e le Isole Fær
Øer, dove le fonti scritte della mitologia norrena furono assemblate.
Secondo
la mitologia norrena il mondo sensibile è "Miðgarðr" (lett.
"Terra di Mezzo"). Circondata dalle acque, alla sua sommità si trova
Asgarðr, la dimora degli dei, raggiungibile unicamente tramite Bifröst, il
ponte dell'arcobaleno. I Giganti vivono all'esterno del mondo, al Nord, in un
luogo chiamato Jötunheimr ("Terra dei Giganti"). La dea Hel governa
il sotterraneo regno "Helheim" ("Dimora di Hel"), luogo
predestinato ai defunti. Nel Sud vi è l'infuocato e misterioso reame di
Muspell, il Múspellsheimr dimora dei giganti del fuoco. Ulteriori regioni
dell'immaginario norreno sono Álfheimr dimora degli "elfi chiari"
(ljósálfar), Svartálfaheimr dimora degli elfi oscuri e Niðavellir le miniere
dei Nani.
Le
divinità sono divise in due classi: gli Æsir (Asi) e i Vanir (Vani). La
distinzione non è tuttavia netta: nel passato remoto le due fazioni si
fronteggiarono in guerra, ma in seguito raggiunsero la pace, si scambiarono
ostaggi e alcuni membri si unirono in matrimonio. Di determinate divinità non è
chiara l'appartenenza a una delle due classi.
• Gli ASI (al singolare Áss, al femminile singolare Ásynja, al femminile plurale
Ásynjur) sono: Odino (Óðinn), Thor (Þórr), Baldr, Týr, Bragi, Heimdallr, Höðr,
Víðarr, Váli, Forseti, Loki, Frigg, Sága, Eir, Gefjun, Fulla, Sif, Lofn, Vár,
Vör, Hlín, Snotra e Gná.
• I
VANI sono: Njörðr, Freyr, Freyja, Gullveig e Ullr.
Analisi degli dèi principali: Odino,
Thor e Tyr
Odino
Nella mitologia norrena Odino è il re
della classe di divinità dette Asi, ed è associato alla sapienza,
all'ispirazione poetica, alla profezia, alla guerra e alla vittoria. Brandisce
Gungnir, la sua lancia, e cavalca Sleipnir, il suo destriero a otto zampe.
Figlio di Borr e della gigantessa Bestla, fratello di Víli e Vé, sposo di Frigg
e padre di molti degli dèi, tra cui Thor (il Fulmine ordinatore), e Baldr.
Spesso viene inoltre definito "Padre degli Dèi" o Allföðr, Allvater,
Allfather ("Padre del Tutto").
Odino guiderà gli dèi e gli uomini
contro le forze del caos nell'ultima battaglia, quando giungerà il Ragnarök, la
fine del mondo, nel quale il dio sarà ucciso, inghiottito dal temibile lupo
Fenrir, per essere immediatamente vendicato da Víðarr che ne lacererà le fauci
dopo avergli piantato un piede nella gola.
Essendo il più antico degli dèi e il
creatore del mondo e di tutte le cose, personificazione della sorgente stessa
del tutto, Odino è il signore della sapienza, conoscitore delle essenze più
antiche e profonde. Egli conosce per primo tutte le arti e in seguito le ha
insegnate agli uomini.
La sapienza di Odino è conoscenza, magia
e poesia al tempo stesso. Egli non solo conosce i misteri dei Nove Mondi e
l'ordine delle loro stirpi, ma anche il destino degli uomini e il fato stesso
dell'universo.
Odino ha al suo seguito diversi animali.
Innanzitutto i due corvi Huginn e Muninn (i nomi significano pensiero e
memoria), che spedisce ogni giorno in giro per il mondo perché, quando essi
ritornano al tramonto, gli sussurrino ciò che hanno visto; e poi due lupi, Geri
e Freki, ai quali getta il suo cibo durante le cene del Valhalla (sua dimora)
visto che egli si nutre esclusivamente di idromele e di vino.
Thor
Thor (norreno Þórr) è una delle
principali divinità scandinave, noto come il dio del tuono.
Figlio di Odino e di Jörð, dea della
terra, era il più forte degli dèi. Sua moglie si chiamava Sif e i suoi figli
erano Magni, Þrúðr e Móði.
Mentre Odino era considerato re degli
dèi, il rosso Thor dalla fluente barba e dai possenti muscoli, era un po' più
il dio degli uomini. Da loro era molto amato, tanto che i Vichinghi si definivano
Popolo di Thor.
La sua forza, già leggendaria, era
aumentata da tre oggetti che non abbandonava mai e che lo rendevano quasi
invincibile: una cintura che raddoppiava la forza di chi la indossava, un paio
di guanti di ferro e il leggendario martello Mjöllnir, strumento usato per
colpire i mostri e i nemici, dal funzionamento analogo a quello di un
boomerang, che simbolicamente rappresentava il fulmine e, dunque, preannunciava
le piogge. I contadini erano soliti indossare catenine con appesi martelletti proprio
per ingraziarsi la divinità.
Il suo mezzo di spostamento era un carro
trainato da due capre (Tanngnjóstr e Tanngrisnir). Anche questi animali avevano
proprietà portentose: per Thor, durante i suoi viaggi, era consuetudine
cibarsene considerando che, conservando le pelli e le ossa, il mattino seguente
sarebbero rinati.
Tyr
Týr era il dio della guerra nella
mitologia norrena, nonché patrono della giustizia.
Era il protettore della guerra e della
vittoria. Prima di ogni battaglia, i guerrieri, frementi per la tensione,
rivolgevano a lui le loro preghiere e stringevano nervosamente le lance e le
spade su cui era inciso il nome di Tyr. Ogni arma era dedicata a questo dio,
richiamato dal potere magico delle rune, che imprimevano il suo nome e la sua
forza nelle lame che in pochi istanti sarebbero divenute rosse di sangue. Per
propiziarsi la vittoria, i guerrieri si chinavano sulle armi incise e
pronunciavano tre volte il nome di Tyr, a cui stavano chiedendo protezione.
Nonostante fosse il dio della guerra, non godeva della violenza esasperata e
del sangue versato, ma concepiva la guerra solo come il mezzo estremo per
risolvere una contesa tra due parti in conflitto. Ecco perché Tyr era anche il
dio del diritto, che spesso fungeva da giudice (Nota: gli scandinavi spesso
usavano la guerra come mezzo per risolvere una contesa; chi vinceva uno scontro
dimostrava di avere gli dèi dalla propria parte e, in sostanza, di avere
ragione).
Tyr ha una caratteristica davvero
inusuale: è privo della mano destra. Questa mutilazione, operata dal gigantesco
e famelico lupo Fenrir, è frutto di un sacrificio che Tyr fece per il bene
degli Asi (infilò la mano nella bocca del lupo per permettere ai suoi compagni
di imprigionarlo).
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