domenica 25 gennaio 2015

Quarto incontro: Mitologia Celtica - Dei e creature magiche del Tir Na Nog

Chi sono le divinità irlandesi?

Nelle tradizioni irlandesi, i Túatha Dé Danann («popolo della dea Danu» o «dio la cui madre è Danu») furono il quinto dei sei popoli preistorici che invasero e colonizzarono l’Irlanda prima dei Gaeli. Si ritiene che essi vadano identificati – in tutto o in parte – con gli dèi adorati dagli stessi Gaeli. Ma chi sono questi dèi/uomini di cui parlano le leggende e quali sono i loro numi tutelari?


Dagda : è una divinità della guerra, conosciuto anche come Eochaid “colui che combatte con il tasso” o Ollathair “padre potente”. Era detto il Dio Buono, perchè era lui ad esaudire la maggior parte delle preghiere, dominava il tempo e si assicurava che i campi fossero fertili. Possiede un’arpa magica, capace di suscitare molteplici emozioni, ma la sua arma è una clava che ha il potere di riportare alla vita (secondo alcune leggende è il possessore del calderone della resurrezione).


Nuada : era il primo re dei Tuatha De Danann. Era chiamato
anche Airgetlám “mano o braccio d’argento” perchè perse l'arto nella prima battaglia di Magh Tuiredh. Bisogna ricordare che la spada di Nuada è uno dei quattro tesori dei Tuatha.

Lugh : indicato anche come Lugh “figlio del Sole” o “il luminoso”, Lewy “dalla lunga mano (Làmfata)” o Lugu, è protettore dei mercanti e dei viaggiatori. E' la divinità solare per eccellenza. Padroneggia tutte le arti, e
diviene Re dei Tuatha De Danann dopo la seconda battaglia di Magh Tuiredh. E’ possessore del secondo dei quattro tesori, la lancia Slèabua che dona l’invincibilità; viene raffigurato biondo e senza barba, con la lancia in mano. La leggenda vuole che sia il padre del famoso eroe irlandese CuChulainn. A Lugh è dedicata la festa celtica di Lughnasad.

Ogma : o Ogmios è il Dio della forza e della battaglia, ma anche della scrittura. Dal suo nome, infatti, deriva l’antica scrittura Ogam, conosciuta solamente dalla casta sacerdotale e considerata uno dei Misteri della religione celtico irlandese. Ogma è anche colui che tramite la scrittura pratica la magia, incantando un oggetto. La sua figura è legata all’Aldilà, il dio è colui che conduce le anime nel mondo dei morti. Spesso è associato a Lugh e viene considerato la sua parte oscura.

Manannan : o Mac Lir è il Dio del mare e di ogni vento; era presente nei culti precedenti all’avvento dei Tuatha, tuttavia lo si considera all'interno di questo pantheon. Manannan, conosciuto anche come Orbsen od Oirbsen, è il protettore di ogni isola sacra. Si dice che regni sovrano nel Tir na Nog. Il suo nome deriva dall’Isola di Man, mentre Mac Lir significa semplicemente “figlio del Mare”.


Brigit : è la dea protettrice dei druidi, dei guerrieri, degli artigiani, dei poeti e dei guaritori. Aveva come epiteti Belisama “colei che brilla molto”, Brigantia “l’altissima” e Bricta “brillante”. Dopo la cristianizzazione dell’Irlanda, Brigit divenne “Santa Brigida” nutrice di Gesù. Infatti la notte tra l’1 e 2 febbraio, originariamente la festa di Imbolc, è ora dedicata alla santa.



Morrigan : è la Dea Irlandese della morte e della battaglia. Padrona della metamorfosi, ama cambiare forma quando gli eventi lo richiedono: appare spesso come un corvo sui campi di battaglia, e nella saga di CuChulainn, appare all’eroe diverse volte in svariate forme. Secondo la leggenda veste di rosso, come rossi sono i suoi capelli, poiché il rosso è il colore dell’Aldilà. È possibile vederla mentre guida il suo carro, trainato da un cavallo fantasma. Molti pensano che la dea Morrigan sia uno degli aspetti di Danu stessa.


Danu : o Dana in Irlandese moderno, è la madre dei Tuatha de Danann (che significa
appunto “genti della dea Danu”). La sua figura è presente in quasi tutte le tradizioni celtiche, protettrice delle madri e delle partorienti, simboleggia la Terra e la natura incontaminata.


Che cos'è il Tir na Nog?
Il Tir na Nog (la terra dell’eterna giovinezza) è uno degli altri mondi della mitologia celtica. Qui risiedono i Tuatha de Danann e il cosidetto “piccolo popolo”, composto da fate, folletti, gnomi e altre creature. Il Tir na Nog è un’isola lontana, che a volte appare tra le nebbie, altre volte è raggiungibile attraverso lunghi viaggi; talvolta sono gli elfi o le fate ad invitarvi gli umani. Qui la morte e la malattia non possono giungere, in questo mondo esistono solo le cose piacevoli della vita. In numerosi racconti ( come in quello di Finn) l’eroe che visita queste terre si trova talmente affascinato dalla bellezza della vita che per qualche tempo vi rimane per un paio di giorni. Tornato in patria, puntualmente, scopre di aver trascorso lontano da casa lunghissimi periodi di tempo (nel ciclo arturiano Morgana visita questo mondo e vi rimane intrappolata per dieci anni, anche se a lei paiono pochi giorni). 


Le Creature Magiche di Irlanda


Il Leprechaun
Il nome bizzarro deriva dal gaelico “leath bhrogan” che significa “calzolaio”. Il nostro minuscolo ometto, infatti, è l’unico in tutto il popolo dei folletti ad avere un’attività: il leprechaun s’industria al suo deschetto per fabbricare le scarpe che i suoi colleghi folletti consumano a furia di gighe sfrenate; forse è per questo che, un po’ frustrato dalla sua situazione lavorativa, lo si trova quasi sempre vagamente alticcio. Il leprechaun è anche il guardiano di favolosi tesori, di solito monete d’oro custodite in un pentolone situato alla fine dell’arcobaleno. Lui sa dove finisce, voi no, e così se il dorato metallo vi fa gola, dovete tentare di catturarne uno!
METODO DI CATTURA: ritagliate un’apertura superiore in una scatola di cartone dipinta di verde e dissimulate l’ingresso con un pezzo di carta piuttosto spesso, in grado di sostenere il peso di qualche moneta. Piazzate la trappola su un cespuglio o tra i rami bassi di un albero, e dissimulatene la presenza con erbe, trifogli e quant’altro. Se avete fatto tutto per bene, il leprechaun, attratto dalle monete, cadrà dentro la scatola, dove voi avrete predisposto anche un bel bicchierino di potcheen, con il quale l’ingordo nanetto si sbronzerà, rendendo la cattura un gioco da ragazzi! Attenzione (!!!) Essendo una creaturina furba e velocissima, non mollatelo finchè non vi avrà condotto alla pentola d’oro e non accettate nessuna delle due monete che egli porta nella sua borsa: la moneta d’argento ritorna magicamente nel suo borsellino ogni volta che viene spesa, mentre quella d’oro si trasforma in cenere, foglie secche o pietra nelle mani dell’ingenuo che l’ha presa in pagamento per la libertà del malefico piccoletto.
Ma, direte voi, come faccio ad acchiappare qualcosa se non so neppure com’è fatto? Presto detto: il leprechaun è piccolo, con vestiti verdi di vecchia foggia ed un cappello con fibbia estremamente comune; possiede barba e capelli rossi, fuma una pipa in terracotta e ha curiose scarpe dotate di fibbia (come il cappello).
La Banshee
Il nome deriva dal gaelico “bean-sidhe”, che significa quasi letteralmente “fata donna”. L'ululato altissimo, sinistro e straziante della Banshee annuncia la morte imminente di un membro delle 5 casate anticamente più rinomate d’Irlanda: O’Neill, O’Grady, O’ Brien, O’Connor e Kavanagh.
Di solito avvolta in un lungo mantello grigio con tanto di cappuccio, l’orribile vecchiaccia menagramo (che può assumere però anche l’aspetto di una fanciulla soave o di una imponente matrona) è conosciuta in alcune zone d’Irlanda come “bean-nighe” cioè “lavandaia”, in quanto è stata spesso vista nell’atto di lavar via le macchie di sangue dagli abiti di coloro che stanno per morire.
Il lamento della banshee viene descritto in molti modi, simile al verso di un gufo, oppure basso e melodioso, o ancora talmente acuto da far esplodere i vetri.
La Mermaid
La parola gaelica “moruadh” deriva dall’insieme di "muir" (mare) e "oigh" (fanciulla). La Mermaid è una creatura marina metà donna e metà pesce, che può assumere le sembianze umane (cioè farsi spuntare le gambe al posto della coda) e mescolarsi fra la gente. Particolarmente avvenenti, si innamorano spesso dei marinai umani e intrattengono con loro relazioni clandestine. Per poterle legare definitivamente ad una vita sulla terra ferma, è necessario sottrarre loro il cappellino rosso piumato (cohullen druith) che indossano abitualmente, senza il quale è preclusa loro ogni possibilità di ritorno agli abissi marini. La faccenda del cappellino è valida però solo per le sirene delle spiagge del Kerry, di Cork e di Waterford, poichè le signorine del nord viaggiano a capo scoperto e si avvolgono, di solito, in una pelle di foca: anche in questo caso il furto della pellicciotta impedirà alla sirena (denominata “selkie”) di rituffarsi tra le onde e tornare alla sua umidissima magione sottomarina. Una moglie sirena può costituire un buon affare, perché si dice che porti ricchezza e fortuna al marito. Però, se riuscisse a ritrovare il cappellino (o la pelle di foca) sottrattole, questa dolce creatura marina scapperebbe abbandonando marito e figli senza alcun rimpianto.

Il Pooka
Il Pooka è un emerito rompiscatole, in grado di assumere varie sembianze e combinare un sacco di guai. Di volta in volta può assumere l’aspetto di un cavallo nero dagli occhi gialli, che galoppa selvaggiamente per ogni dove, rovinando i raccolti e schiacciando sotto gli zoccoli il bestiame, oppure può apparire come un folletto deforme, che reclama una parte del raccolto (per accontentarlo, i mietitori tralasciano a volte alcune strisce di messi).
Qualunque sia l’aspetto prescelto per le sue apparizioni, ‘sto disgraziato è come un medicinale con gravi effetti collaterali: le galline non depongono più le uova, le vacche non danno più latte, e i malcapitati viaggiatori che hanno la sfortuna d’incontrarlo durante le sue scorribande notturne presto incappano in un fossato o in qualche zona pantanosa.
Il primo novembre è il giorno sacro al Pooka che, per celebrarlo degnamente, fa sì che le more selvatiche colte dopo quel giorno siano tutte rovinate; insomma, trattasi di spirito animale maligno e dispettoso, da evitare assolutamente.



Il Changeling
Le fate irlandesi non sono buone madri, ecco perché spesso prendono i loro neonati (brutti sgorbi deformi, spesso zoppi e gobbi, grinzosi e malaticci) e li sostituiscono nella culla, rapendo qualche frugoletto umano dall’aspetto adorabile.
Il sostituto che viene così brutalmente abbandonato - chiamato changeling - non ha vita lunga, ma nei suoi pochi anni ne combina veramente parecchie. Innanzitutto frigna sempre, con acuti strilli insopportabili per le orecchie umane, ha sempre fame, ma soprattutto tende ad attirare la sfortuna più nera sulla casa dei malcapitati genitori forzatamente adottivi. Ma siccome “ogni scarrafone è bello a’ mamma (adottiva) sua”, anche ‘sto misero sgorbio qualche pregio ce l’ha: per esempio è bravissimo a fare musica e sa suonare magistralmente il flauto di latta (tin whistle) o la cornamusa irlandese (uilleann pipe).
Nel caso una mamma umana non fosse comunque interessata a questo antipatico scambio, è bene sottolineare che vale la regola “prevenire è meglio che curare”: quindi non lodare o apprezzare troppo il proprio pargolo, ma soprattutto proteggere la culla in cui dorme sospendendovi un paio di forbici aperte (o un crocifisso benedetto).
Se invece il fattaccio è già avvenuto, prima di chiamare un esorcista per liberarsi di questo povero diavolo, è possibile scacciarlo utilizzando diversi metodi: lo si può costringere con l’astuzia a rivelare la sua vera età, oppure gli si può far bere un tè a base di “digitalis”, che rivelerà la sua natura fatata e lo rispedirà tra i suoi simili.
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