domenica 1 marzo 2015

Incontro VII - Mitologia Nativo Americana



Che cos'è il Grande Spirito?
Nonostante il credo religioso o spirituale varino molto da tribù a tribù alcuni dei concetti base esistono nella gran parte di esse: esisteva un "Grande Spirito" che rappresenta una grande potenza che sosteneva tutta la creazione. Egli non possiede un carattere né una forma personale, è un'entità che raccoglie l'essenza di tutte le cose esistenti. Per gli Indiani d'America tutte le forme di vita interagiscono fra di loro e dipendono le une dalle altre. Quest'armonia deve essere preservata dagli esseri umani, che devono trovare la loro via attraverso sogni, visioni o segni.
Il Grande Spirito (o Grande Mistero) non è un'entità divina che manipola la realtà e le cose secondo il proprio volere, ma è un'energia onnicomprensiva e permanente, che lega a sé tutte le cose esistenti. Più che al Dio Giudeo-Cristiano, rappresenta qualcosa di più simile al Tao cinese.
La creazione fra i Nativi Americani ~ La Grande Madre
Le popolazioni nativo americane condividevano la radicata consapevolezza di essere parte integrante, ma non fondamentale, del mondo (non esiste presso i nativi americani l’arroganza di delegare all’uomo il posto preponderante nel creato). Ed è in questo contesto di grande rispetto per la vita e per tutte le sue manifestazioni che si sviluppò l'idea di una Terra Madre, in grado di generare non solo gli uomini, ma tutte le creature viventi.
Nei miti proposti, appartenenti a due popolazioni differenti, il concetto di Grande Madre è rielaborato in maniera piuttosto simile. Nel mito Figli della Terra, ideato dagli Apache Jicarilla, la Grande Madre è identificata con la Terra stessa, che, dopo essere emersa (secondo gli Apache il mondo in principio era ricoperto d'acqua), ha partorito tutti gli esseri viventi, fino a quel momento rimasti al suo interno. Al contrario, nel mito della genesi narrato dagli Okanogan, Dal Corpo di Una Donna, gli esseri viventi sono nati dalla carne, dal corpo voluttuoso di una donna, la Terra.

-          BRANO DA LEGGERE: Figli della Terra - (Apache Jicarilla)
Al principio il mondo era interamente coperto d'acqua. Non vi era terra da nessuna parte; non pianure nè valli nè colline nè monti. Solo un'immensa distesa d'acqua. Era davvero un luogo solitario e desolato, immerso nel buoi più assoluto. Non c'era ancora la luce ma ovunque regnava una fitta oscurità. Allora, al tempo delle origini, tutti gli esseri viventi erano raccolti nel sottosuolo, in un mondo sotterraneo. Era quello il luogo dal quale ebbe inizio l'emersione. In quel mondo sotterraneo tutte le cose avevano vita; gli animali potevano parlare come esseri umani e anche gli alberi possedevano la virtù della parola. Proprio là, in quel mondo buio, in quella intensa oscurità che dominava il primordiale universo sotterraneo, vivevano alle origini gli Apache Jicarilla. Essi non sopportavano quel buio perenne e cercavano di farsi luce bruciando piume d'aquila. Usando le piume come fossero torce, i Jicarilla potevano vincere le tenebre di quella che sembrava una notte senza fine. Non tutti però odiavano la densa oscurità che regnava nel sottosuolo. Orso, Pantera e Gufo prediligevano il buio e mai avrebbero voluto vedere la luce. Ben presto questi animali amanti della notte si scontrarono con tutti gli altri animali e con gli uomini che desideravano invece la luce del giorno. Ne nacque una violenta lite. Al termine dell'inutile contesa, decisero di risolvere la disputa con il gioco dei bussolotti. Il vincitore avrebbe deciso per la luce o per il buio nel sottosuolo. Il gioco ebbe inizio.
Gazza e Quaglia, che amano molto la luminosità poichè hanno occhi chiari e vista aguzza, riuscirono subito ad individuare il bottone che faceva da bussolotto e che gli avversari avevano nascosto in un piccolo bastone cavo. così vinsero la prima partita e, in seguito a ciò, già si intravedeva la flebile luce della stella del mattino. A quel primo chiarore Orso scappò via dileguandosi nell'oscurità di una grotta. Il gioco continuò e ancora una volta gli animali che amano la luce vinsero insieme agli esseri umani. subito da Est incominciò a sorgere la luminosità sempre più chiara e intensa e Pantera, impaurito, si allontanò velocemente nascondendosi in un anfratto che ancora rimaneva buio. Giocarono ancora e di nuovo la squadra della luce vinse. L'Est era ormai sempre più illuminato e si potevano vedere già i primi raggi del sole che annunziavano l'alba imminente. Stavolta fu Orso Bruno a svignarsela per proteggersi dalla luce incipiente. Quando gli esseri umani e gli animali amanti del giorno vinsero per la quarta volta, allora Sole sorse a Est e finalmente le tenebre sotterranee furono sconfitte. Tutto era illuminato e fu davvero difficile per Gufo scovare un nascondiglio che lo proteggesse da tanto radioso splendore. Appena Sole fu al centro del cielo sotterraneo scoprì che nella volta celeste si apriva un grosso buco. Si affacciò allora a dare un'occhiata e rimase stupito: dall'altra parte vi era un altro mondo, la nostra terra. Quando riferì alla gente la sua scoperta vi fu un improvviso clamore, tutti erano eccitati, volevano salire verso quell'apertura, ma non sapevano come fare. Poi alcuni di essi riuscirono a trovare della sabbia; era terra colorata di quattro colori diversi: azzurro, giallo, nero e scintillante. Con questa terra costruirono quattro piccoli mucchi: uno di terra nera, che posero ad Est, un altro di terra azzurra a Sud, poi ancora uno di terra gialla ad Ovest ed infine quello di terra scintillante a Nord. Altre persone pensarono bene di seminare questi piccoli mucchi di terra con semi e piante di frutta. Altri ancora provvidero ad innaffiarli prontamente. Ciascuno si dava un gran da fare e tutti aiutavano in qualcosa, tanta era l'ansia di salire verso il nuovo mondo. Quando furono ben zuppi d'acqua, i mucchi di sabbia incominciarono a fremere, poi subito si gonfiarono e all'improvviso incominciarono a crescere a vista d'occhio. Più la gente versava l'acqua, più diventavano gonfi, sempre più gonfi e ancora più alti. A mano a mano che i mucchi crescevano, i semi germogliavano e le piantine andavano trasformandosi in alberi frondosi. Ora i mucchi erano cresciuti come colline e gli alberi da frutta si ricoprirono di gemme fiorite. Le quattro colline continuarono a crescere fino a diventare alte come montagne: allora le frasche si arricchirono di splendidi frutti, bacche mature e succose ciliege. La montagna cresceva sempre di più e sembrava raggiungere la volta celeste proprio nel punto in cui si apriva il buco. La gente era felice. Danzava e cantava mentre il monte diveniva sempre più alto. Tutti speravano di poter presto emergere dal sottosuolo.
Un giorno due giovani fanciulle, attratte dal meraviglioso spettacolo di quelle quattro montagne ricche di frutti e di fiori, si arrampicarono lungo le pendici alberate ed incominciarono a raccogliere bacche da gustare e fiori per ornare i loro capelli. In quel modo però le due ignare ragazze violarono quello scenario così attraente e fu così che all'improvviso le montagne smisero di crescere.
La gente si meravigliò non riuscendo a capire perchè ciò fosse accaduto. Fu deciso allora di inviare un esploratore perchè scoprisse la causa di quell'arresto improvviso. Fu scelto Ciclone, il quale subito si mise in cammino cercando in ogni angolo, finchè non scoprì le due ragazze e le ricondusse alla gente. Le montagne tuttavia non ripresero a crescere ed ora sembrava impossibile raggiungere il buco, poichè le vette più alte si erano arrestate ad una certa distanza da esso. Allora alcuni pensarono di costruire una scala legando fra loro piume d'aquila, ma quei fragili gradini si ruppero subito sotto il peso delle persone. Così fu anche per una seconda scala di piume. Dopo vari fallimenti la gente era triste e scoraggiata. Giunse allora Bufalo e offrì il suo corno destro affinchè la gente lo utilizzasse come scala. L'idea era buona, ma un solo corno non bastava. Giunsero allora altri tre bufali ad offrire le loro corna. Fu possibile costruire così una scala molto solida, capace di sopportare il peso d'un uomo. La scala, posta sulla cima del monte, raggiunse l'apertura; così finalmente tutti poterono salire verso il foro. Ma il peso dell'intera umanità curvò le corna del Bufalo e da allora i bufali hanno corna ritorte. Intanto tutti gli esseri viventi del sottosuolo si erano raccolti intorno al buco. Essi non potevano ancora emergere poichè il mondo era coperto dall'acqua. Quattro burrasche furono allora inviate per spazzare via le acque dalla terra. Burrasca nera soffiò ad Est, Tempesta azzurra a Sud, Burrasca gialla ad Ovest e Tempesta scintillante a Nord. Così nacquero i quattro oceani.
Dopo aver raccolto le acque nelle quattro direzioni, le burrasche si calmarono e ritornarono nel sottosuolo. Il mondo era ora libero dalle acque, ma il suolo era ancora umido e melmoso. Il primo ad uscire fu Puzzola. Appena fu all'esterno le sue gambe sprofondarono nel fango e divennero nere; e da allora sono rimaste di questo colore. Fu poi la volta di Castoro. Appena si trovò sul mondo costruì una grande diga e raccolse tutta l'acqua che ancora si trovava sulla terra, in un grande lago. Per fare ciò Castoro impiegò molto tempo. Gli uomini raggruppati intorno al buco non lo videro tornare e inviarono Ciclone a vedere se gli fosse successo qualcosa. Quando Ciclone incontrò Castoro intento a recuperare l'acqua che si andava ritirando, dapprima non capì, poi Castoro gli spiegò che quell'acqua sarebbe servita a dissetare l'umanità. Allora insieme ritornarono al buco della terra. Ormai il mondo nuovo era completamente asciutto. Tutte le acque erano state riversate nei quattro oceani e nel grande lago costruito da Castoro. La gente poteva finalmente venir fuori.
Con grande felicità tutti emersero dal buco della terra, come bambini partoriti dal ventre di una madre. Tutta l'umanità venne fuori da lì, i nostri antenati e tutti gli animali. Viaggiarono verso Est, verso Nord, verso Ovest e verso Sud fino a raggiungere gli oceani, e durante il viaggio ciascuno scelse il luogo dove vivere.
Da allora sappiamo che la Terra è la nostra Madre e il Cielo è il nostro Padre. Essi sono marito e moglie e si prendono cura di noi, loro figli. La terra provvede per noi offrendoci cibo e frutta e ogni genere di ricchezza che provenie da essa.

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