Che cos'è il
Grande Spirito?
Nonostante
il credo religioso o spirituale varino molto da tribù a tribù alcuni dei
concetti base esistono nella gran parte di esse: esisteva un "Grande
Spirito" che rappresenta una grande potenza che sosteneva tutta la
creazione. Egli non possiede un carattere né una forma personale, è un'entità
che raccoglie l'essenza di tutte le cose esistenti. Per gli Indiani d'America
tutte le forme di vita interagiscono fra di loro e dipendono le une dalle
altre. Quest'armonia deve essere preservata dagli esseri umani, che devono
trovare la loro via attraverso sogni, visioni o segni.
Il
Grande Spirito (o Grande Mistero) non è un'entità divina che manipola la realtà
e le cose secondo il proprio volere, ma è un'energia onnicomprensiva e
permanente, che lega a sé tutte le cose esistenti. Più che al Dio
Giudeo-Cristiano, rappresenta qualcosa di più simile al Tao cinese.
La
creazione fra i Nativi Americani ~ La Grande Madre
Le
popolazioni nativo americane condividevano la radicata consapevolezza di essere
parte integrante, ma non fondamentale, del mondo (non esiste presso i nativi
americani l’arroganza di delegare all’uomo il posto preponderante nel creato).
Ed è in questo contesto di grande rispetto per la vita e per tutte le sue
manifestazioni che si sviluppò l'idea di una Terra Madre, in grado di generare
non solo gli uomini, ma tutte le creature viventi.
Nei
miti proposti, appartenenti a due popolazioni differenti, il concetto di Grande
Madre è rielaborato in maniera piuttosto simile. Nel mito Figli della Terra,
ideato dagli Apache Jicarilla, la Grande Madre è identificata con la Terra
stessa, che, dopo essere emersa (secondo gli Apache il mondo in principio era
ricoperto d'acqua), ha partorito tutti gli esseri viventi, fino a quel momento
rimasti al suo interno. Al contrario, nel mito della genesi narrato dagli
Okanogan, Dal Corpo di Una Donna, gli esseri viventi sono nati dalla carne, dal
corpo voluttuoso di una donna, la Terra.
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BRANO DA LEGGERE:
Figli della Terra - (Apache Jicarilla)
Al principio il mondo era interamente
coperto d'acqua. Non vi era terra da nessuna parte; non pianure nè valli nè
colline nè monti. Solo un'immensa distesa d'acqua. Era davvero un luogo
solitario e desolato, immerso nel buoi più assoluto. Non c'era ancora la luce
ma ovunque regnava una fitta oscurità. Allora, al tempo delle origini, tutti
gli esseri viventi erano raccolti nel sottosuolo, in un mondo sotterraneo. Era
quello il luogo dal quale ebbe inizio l'emersione. In quel mondo sotterraneo
tutte le cose avevano vita; gli animali potevano parlare come esseri umani e
anche gli alberi possedevano la virtù della parola. Proprio là, in quel mondo
buio, in quella intensa oscurità che dominava il primordiale universo
sotterraneo, vivevano alle origini gli Apache Jicarilla. Essi non sopportavano
quel buio perenne e cercavano di farsi luce bruciando piume d'aquila. Usando le
piume come fossero torce, i Jicarilla potevano vincere le tenebre di quella che
sembrava una notte senza fine. Non tutti però odiavano la densa oscurità che
regnava nel sottosuolo. Orso, Pantera e Gufo prediligevano il buio e mai
avrebbero voluto vedere la luce. Ben presto questi animali amanti della notte si
scontrarono con tutti gli altri animali e con gli uomini che desideravano
invece la luce del giorno. Ne nacque una violenta lite. Al termine dell'inutile
contesa, decisero di risolvere la disputa con il gioco dei bussolotti. Il
vincitore avrebbe deciso per la luce o per il buio nel sottosuolo. Il gioco
ebbe inizio.
Gazza e Quaglia, che amano molto la
luminosità poichè hanno occhi chiari e vista aguzza, riuscirono subito ad
individuare il bottone che faceva da bussolotto e che gli avversari avevano
nascosto in un piccolo bastone cavo. così vinsero la prima partita e, in
seguito a ciò, già si intravedeva la flebile luce della stella del mattino. A
quel primo chiarore Orso scappò via dileguandosi nell'oscurità di una grotta.
Il gioco continuò e ancora una volta gli animali che amano la luce vinsero
insieme agli esseri umani. subito da Est incominciò a sorgere la luminosità
sempre più chiara e intensa e Pantera, impaurito, si allontanò velocemente
nascondendosi in un anfratto che ancora rimaneva buio. Giocarono ancora e di
nuovo la squadra della luce vinse. L'Est era ormai sempre più illuminato e si
potevano vedere già i primi raggi del sole che annunziavano l'alba imminente.
Stavolta fu Orso Bruno a svignarsela per proteggersi dalla luce incipiente.
Quando gli esseri umani e gli animali amanti del giorno vinsero per la quarta
volta, allora Sole sorse a Est e finalmente le tenebre sotterranee furono
sconfitte. Tutto era illuminato e fu davvero difficile per Gufo scovare un
nascondiglio che lo proteggesse da tanto radioso splendore. Appena Sole fu al
centro del cielo sotterraneo scoprì che nella volta celeste si apriva un grosso
buco. Si affacciò allora a dare un'occhiata e rimase stupito: dall'altra parte
vi era un altro mondo, la nostra terra. Quando riferì alla gente la sua
scoperta vi fu un improvviso clamore, tutti erano eccitati, volevano salire
verso quell'apertura, ma non sapevano come fare. Poi alcuni di essi riuscirono
a trovare della sabbia; era terra colorata di quattro colori diversi: azzurro,
giallo, nero e scintillante. Con questa terra costruirono quattro piccoli
mucchi: uno di terra nera, che posero ad Est, un altro di terra azzurra a Sud,
poi ancora uno di terra gialla ad Ovest ed infine quello di terra scintillante
a Nord. Altre persone pensarono bene di seminare questi piccoli mucchi di terra
con semi e piante di frutta. Altri ancora provvidero ad innaffiarli
prontamente. Ciascuno si dava un gran da fare e tutti aiutavano in qualcosa,
tanta era l'ansia di salire verso il nuovo mondo. Quando furono ben zuppi
d'acqua, i mucchi di sabbia incominciarono a fremere, poi subito si gonfiarono
e all'improvviso incominciarono a crescere a vista d'occhio. Più la gente
versava l'acqua, più diventavano gonfi, sempre più gonfi e ancora più alti. A
mano a mano che i mucchi crescevano, i semi germogliavano e le piantine
andavano trasformandosi in alberi frondosi. Ora i mucchi erano cresciuti come
colline e gli alberi da frutta si ricoprirono di gemme fiorite. Le quattro
colline continuarono a crescere fino a diventare alte come montagne: allora le
frasche si arricchirono di splendidi frutti, bacche mature e succose ciliege.
La montagna cresceva sempre di più e sembrava raggiungere la volta celeste
proprio nel punto in cui si apriva il buco. La gente era felice. Danzava e
cantava mentre il monte diveniva sempre più alto. Tutti speravano di poter
presto emergere dal sottosuolo.
Un giorno due giovani fanciulle,
attratte dal meraviglioso spettacolo di quelle quattro montagne ricche di
frutti e di fiori, si arrampicarono lungo le pendici alberate ed incominciarono
a raccogliere bacche da gustare e fiori per ornare i loro capelli. In quel modo
però le due ignare ragazze violarono quello scenario così attraente e fu così
che all'improvviso le montagne smisero di crescere.
La gente si meravigliò non riuscendo a
capire perchè ciò fosse accaduto. Fu deciso allora di inviare un esploratore
perchè scoprisse la causa di quell'arresto improvviso. Fu scelto Ciclone, il
quale subito si mise in cammino cercando in ogni angolo, finchè non scoprì le
due ragazze e le ricondusse alla gente. Le montagne tuttavia non ripresero a
crescere ed ora sembrava impossibile raggiungere il buco, poichè le vette più
alte si erano arrestate ad una certa distanza da esso. Allora alcuni pensarono
di costruire una scala legando fra loro piume d'aquila, ma quei fragili gradini
si ruppero subito sotto il peso delle persone. Così fu anche per una seconda
scala di piume. Dopo vari fallimenti la gente era triste e scoraggiata. Giunse
allora Bufalo e offrì il suo corno destro affinchè la gente lo utilizzasse come
scala. L'idea era buona, ma un solo corno non bastava. Giunsero allora altri
tre bufali ad offrire le loro corna. Fu possibile costruire così una scala
molto solida, capace di sopportare il peso d'un uomo. La scala, posta sulla
cima del monte, raggiunse l'apertura; così finalmente tutti poterono salire
verso il foro. Ma il peso dell'intera umanità curvò le corna del Bufalo e da
allora i bufali hanno corna ritorte. Intanto tutti gli esseri viventi del sottosuolo
si erano raccolti intorno al buco. Essi non potevano ancora emergere poichè il
mondo era coperto dall'acqua. Quattro burrasche furono allora inviate per
spazzare via le acque dalla terra. Burrasca nera soffiò ad Est, Tempesta
azzurra a Sud, Burrasca gialla ad Ovest e Tempesta scintillante a Nord. Così
nacquero i quattro oceani.
Dopo aver raccolto le acque nelle
quattro direzioni, le burrasche si calmarono e ritornarono nel sottosuolo. Il
mondo era ora libero dalle acque, ma il suolo era ancora umido e melmoso. Il
primo ad uscire fu Puzzola. Appena fu all'esterno le sue gambe sprofondarono
nel fango e divennero nere; e da allora sono rimaste di questo colore. Fu poi
la volta di Castoro. Appena si trovò sul mondo costruì una grande diga e
raccolse tutta l'acqua che ancora si trovava sulla terra, in un grande lago.
Per fare ciò Castoro impiegò molto tempo. Gli uomini raggruppati intorno al
buco non lo videro tornare e inviarono Ciclone a vedere se gli fosse successo
qualcosa. Quando Ciclone incontrò Castoro intento a recuperare l'acqua che si
andava ritirando, dapprima non capì, poi Castoro gli spiegò che quell'acqua
sarebbe servita a dissetare l'umanità. Allora insieme ritornarono al buco della
terra. Ormai il mondo nuovo era completamente asciutto. Tutte le acque erano
state riversate nei quattro oceani e nel grande lago costruito da Castoro. La
gente poteva finalmente venir fuori.
Con grande felicità tutti emersero dal
buco della terra, come bambini partoriti dal ventre di una madre. Tutta
l'umanità venne fuori da lì, i nostri antenati e tutti gli animali. Viaggiarono
verso Est, verso Nord, verso Ovest e verso Sud fino a raggiungere gli oceani, e
durante il viaggio ciascuno scelse il luogo dove vivere.
Da allora sappiamo che la Terra è la
nostra Madre e il Cielo è il nostro Padre. Essi sono marito e moglie e si
prendono cura di noi, loro figli. La terra provvede per noi offrendoci cibo e
frutta e ogni genere di ricchezza che provenie da essa.
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