mercoledì 25 maggio 2016

Il Quiddich, sport dei Maghi - V Incontro - sabato 21 maggio


All'inizio di novembre cominciò a fare molto freddo. Le montagne intorno alla scuola si tinsero di un grigio glaciale e il lago divenne una lastra di gelido metallo. Tutte le mattine il terreno era coperto di brina. Dalle finestre delle scale dei piani superiori si vedeva Hagrid intento a scongelare i manici di scopa nel campo da Quidditch, infagottato in un lungo pastrano di fustagno, guanti di pelo di coniglio ed enormi stivali foderati di castoro. La stagione del Quidditch era iniziata. Quel sabato, Harry avrebbe giocato la sua prima partita dopo settimane di allenamento: Grifondoro contro Serpeverde. Se avesse vinto, il Grifondoro avrebbe rimontato la classifica, passando al secondo posto nel campionato dei dormitori.  Quasi nessuno aveva visto Harry giocare, perché Baston aveva deciso che, essendo l'arma segreta della squadra, non si doveva sapere della sua presenza in campo. Ma non si sa come, la notizia che avrebbe giocato come Cercatore era trapelata, e lui non sapeva che cosa fosse peggio: sentirsi dire che si sarebbe certamente comportato da campione o che qualcuno, a terra, avrebbe dovuto correre su e giù tenendogli sotto un materasso.  Era veramente una fortuna, per Harry, essere diventato amico di Hermione. Senza di lei, non avrebbe saputo come fare con i compiti, visto che Baston imponeva alla squadra allenamenti frequenti con breve preavviso. Lei gli aveva anche prestato il libro Il Quidditch attraverso i secoli, una lettura molto interessante.  Harry imparò così che esistevano settecento modi di commettere un fallo a Quidditch, e che durante una partita di campionato mondiale, nel 1473, si erano verificati tutti quanti; che in genere i Cercatori erano i giocatori più piccoli e più veloci e che gli incidenti più gravi sembravano capitare proprio a loro; che sebbene i giocatori morissero di rado durante una partita di Quidditch, si aveva notizia di arbitri svaniti nel nulla e ricomparsi nel deserto del Sahara a distanza di mesi.  Da quando Harry e Ron l'avevano salvata dal mostro, Hermione era diventata un po' meno rigida per quanto riguardava l'osservanza delle regole, il che la rendeva molto più simpatica. La vigilia della prima partita di Harry, si trovavano tutti e tre fuori nel cortile gelido, durante la ricreazione, e lei aveva fatto apparire per incanto un fuoco di un azzurro splendente, che si poteva trasportare tenendolo in un barattolo della marmellata. Quella sera, la sala di ritrovo di Grifondoro era tutta un brusio di voci. Harry, Ron e Hermione sedevano insieme vicino a una finestra. Hermione stava correggendo i compiti di Incantesimi di Harry e Ron. Lei non avrebbe mai permesso che copiassero (‘Altrimenti, come imparate?’) ma chiedendole di correggerglieli, i due ragazzi riuscivano a ottenere comunque le soluzioni esatte. Harry si sentiva irrequieto.

All'alba dell'indomani, la giornata si presentava luminosa e fredda. La Sala Grande era piena del profumo delizioso delle salsicce fritte e dell'allegro chiacchiericcio dei ragazzi che non vedevano l'ora di assistere a una bella partita.  ‘Devi mangiare qualcosa’.  ‘Non voglio niente’.  ‘Soltanto un pezzetto di toast’ lo blandì Hermione.  ‘Non ho fame’. Harry si sentiva malissimo. Di lì a un'ora avrebbe fatto il suo ingresso in campo.  ‘Harry, hai bisogno di tutte le tue forze’ gli disse Seamus Finnigan. ‘I Cercatori sono sempre quelli che vengono acchiappati dall'altra squadra’.  ‘Grazie del conforto morale, Seamus’ disse Harry guardandolo versarsi una generosa quantità di ketchup sulle salsicce.  Per le undici, tutta la scolaresca era sugli spalti, intorno al campo di Quidditch. Molti erano armati di binocoli. Anche se i sedili potevano sollevarsi in aria, a volte era comunque difficile seguire quel che succedeva in campo.  Ron e Hermione si unirono a Neville, Seamus e Dean, il tifoso del calcio, che erano sulla gradinata più alta. Per fare una sorpresa a Harry, avevano dipinto un grosso striscione, ricavato da uno dei lenzuoli che il topo Crosta aveva rosicchiato. Sopra ci avevano scritto Potter sei tutti noi, e sotto Dean, che era molto bravo a disegnare, aveva schizzato un grosso leone, simbolo di Grifondoro. Poi Hermione aveva fatto un piccolo, ingegnoso incantesimo per cui i colori apparivano cangianti.  Nel frattempo, negli spogliatoi, Harry e il resto della squadra si stavano cambiando e indossavano la loro divisa scarlatta (i Serpeverde avrebbero giocato in verde).  Baston si schiarì la voce per intimare il silenzio.  ‘Allora, ragazzi...’ disse.  ‘...e ragazze’ completò la Cacciatrice Angelina Johnson.  ‘E ragazze’ convenne Baston. ‘Ci siamo’.  ‘Il gran giorno è arrivato’ disse Fred Weasley.  ‘Il gran giorno che tutti aspettavamo da tanto’ gli fece eco George.  ‘Il discorso di Baston lo sappiamo a memoria’ spiegò Fred a Harry. ‘Eravamo nella squadra anche l'anno scorso’.  ‘Chiudete il becco, voi due!’ disse Baston. ‘Quella di oggi è la squadra migliore che Grifondoro ha avuto da anni. Vinceremo. Lo so’.  Li guardò come a dire: ‘Altrimenti dovrete fare i conti con me’. ‘Bene. ora di entrare in campo. In bocca al lupo a tutti’.  Harry seguì Fred e George fuori dagli spogliatoi sperando che le ginocchia non gli si piegassero per l'emozione ed entrò in campo salutato da grandi ovazioni.  Ad arbitrare la partita sarebbe stata Madama Bumb che, ritta in mezzo al campo, aspettava le due squadre brandendo in mano la sua scopa.  ‘Mi raccomando a tutti, voglio una partita senza scorrettezze’ disse una volta che le due squadre furono riunite intorno a lei. Harry notò che sembrava rivolgersi in modo speciale al capitano dei Serpeverde, Marcus Flitt, un alunno del quinto anno. Harry pensò che Flitt potesse avere del sangue di mostro nelle vene. Con la coda dell'occhio vide lo striscione che sventolava sopra la folla con il motto fosforescente Potter sei tutti noi. Il cuore gli balzò in petto. Si sentì tornare un po' di coraggio.  ‘In sella alle scope, prego!’  Harry salì in arcione alla sua Nimbus Duemila.  Madama Bumb soffiò forte nel suo fischietto
d'argento.  Quindici scope si levarono in volo, in alto, sempre più in alto. La partita era iniziata.  ‘...e la Pluffa è stata intercettata immediatamente da Angelina Johnson del Grifondoro... che brava Cacciatrice è questa ragazza, e anche piuttosto carina...’  ‘JORDAN!’  ‘Chiedo scusa, professoressa’.  A commentare la partita era Lee Jordan, l'amico dei due gemelli Weasley, sorvegliato a vista dalla professoressa Mcgranitt.  ‘...La ragazza si muove davvero veloce, lassù. Effettua un passaggio puntuale ad Alicia Spinnet, un'ottima scoperta di Oliver Baston, che l'anno scorso ha giocato soltanto come riserva... indietro alla Johnson e... no, la Pluffa è stata intercettata dal capitano del Serpeverde Marcus Flitt, che se la porta via: eccolo che vola alto come un'aquila... sta per... no, bloccato da un'ottima azione del Portiere del Grifondoro Baston, e il Grifondoro è di nuovo in possesso della Pluffa. Ed ecco la Cacciatrice del Grifondoro Katie Bell... bella picchiata intorno a Flitt, poi di nuovo su... AHI!... deve averle fatto male quel colpo di Bolide dietro la testa! La Pluffa ritorna al Serpeverde. Ecco Adrian Pucey che parte a tutta birra verso i pali della porta, ma è bloccato da un secondo Bolide lanciatogli contro da Fred o George Weasley, non riesco a distinguere chi dei due... comunque, davanti a lei il campo è sgombero, e si allontana e letteralmente vola via - schiva un micidiale Bolide... è davanti alla porta - vai, Angelina! - il Portiere Bletchley si tuffa... manca il bersaglio... IL GRIFONDORO hA sEGNATO!  L'aria gelida fu saturata dall'applauso dei Grifondoro e dalle urla e dai fischi dei Serpeverde.  ‘Spostatevi un po', voi, scorrete più giù’.  ‘Hagrid!’  Ron e Hermione si strinsero per far posto a Hagrid vicino a loro.  ‘Finora ho guardato dalla mia capanna’ disse Hagrid mostrando orgogliosamente un grosso binocolo che gli pendeva sul petto, ‘ma non è mica lo stesso che allo stadio! Il Boccino finora non s'è visto, eh?’  ‘No’ disse Ron. ‘Finora Harry non ha avuto un granché da fare’.  ‘Be', almeno s'è tenuto fuori dai guai; è già qualcosa’ disse Hagrid portandosi il binocolo agli occhi e puntandolo verso il cielo, alla ricerca di Harry che appariva come un puntino lontano lontano.  In alto, sopra le loro teste, il ragazzo correva qua e là a cavallo della scopa, strizzando gli occhi per avvistare il Boccino. Questo faceva parte del piano di gioco che aveva messo a punto insieme a Baston.  ‘Tieniti fuori tiro finché non vedi il Boccino’ gli aveva detto Baston. ‘inutile esporsi ad attacchi prima del necessario’.  Quando Angelina aveva segnato, Harry aveva fatto un paio di giri della morte per dare sfogo all'euforia. Ora era tornato a scrutare il campo in cerca del Boccino. A un certo punto, aveva intravisto uno sprazzo dorato, ma era soltanto un riflesso dell'orologio da polso di uno dei gemelli Weasley, e un'altra volta un Bolide aveva deciso di schizzare verso di lui come una palla di cannone, ma lui l'aveva schivato e Fred Weasley si era messo a inseguirlo.  ‘Tutto bene da quelle parti, Harry?’ aveva avuto il tempo di gridargli, mentre colpiva furiosamente il Bolide indirizzandolo contro Marcus Flitt.  ‘Palla ai Serpeverde’ stava dicendo Lee Jordan, ‘il Cacciatore Pucey schiva due Bolidi, due Weasley e il Cacciatore Bell, e avanza veloce verso... aspettate un attimo... ma quello non era il Boccino?’  Un mormorio percorse gli spalti, mentre Adrian Pucey lasciava cadere la Pluffa, troppo preso a seguire con lo sguardo il lampo dorato che gli aveva sfiorato l'orecchio sinistro ed era passato oltre.  Harry lo vide. In un impeto di eccitazione, si tuffò in picchiata dietro quella scia d'oro. Anche il Cercatore del Serpeverde, Terence Higgs, lo aveva avvistato. Testa a testa, si lanciarono entrambi alla rincorsa del Boccino, e intanto sembrava che i Cacciatori avessero dimenticato il loro ruolo, sospesi a mezz'aria, tutti intenti a guardare.  Harry era più veloce di Higgs: vedeva la pallina rotonda che ad ali spiegate risaliva davanti a lui. Diede un'accelerata potente...  WHAM! Un boato di rabbia venne dai Grifondoro, sotto di loro. Marcus Flitt aveva bloccato Harry di proposito e la scopa di Harry sbandò, mentre il ragazzo cercava disperatamente di reggersi in sella.  ‘Fallo!’ gridarono i Grifondoro.  Madama Bumb si rivolse a Flitt con parole irate e poi ordinò un rigore a favore del Grifondoro. Ma, come era da aspettarsi, in tutta quella confusione il Boccino era scomparso di nuovo.  Giù, sugli spalti, Dean Thomas stava gridando: ‘Arbitro, mandalo fuori! Espulsione! Cartellino rosso!’  ‘Guarda che non siamo mica a una partita di calcio’ gli ricordò Ron. ‘A Quidditch non si possono espellere i giocatori... E poi, che cos'è un cartellino rosso?’  Ma Hagrid era dello stesso parere di Dean. ‘Bisognerebbe cambiare le regole. Flitt avrebbe potuto buttare di sotto Harry’.  Intanto, Lee Jordan trovava difficile mantenersi distaccato.  ‘Quindi... dopo questa lampante e ignobile scorrettezza...’  ‘Jordan!’ ringhiò la professoressa Mcgranitt.  ‘Voglio dire, dopo questo fallo palese e schifoso...’  ‘Jordan, ti avverto...’  ‘E va bene. Flitt per poco non ammazza il Cercatore del Grifondoro, il che naturalmente può succedere a chiunque, quindi un rigore per i Grifondoro, battuto da Spinnet che mette in rete senza difficoltà e il gioco prosegue, con i Grifondoro ancora in possesso di palla’.  Accadde quando Harry evitò un altro Bolide che gli passò pericolosamente vicino alla testa. La sua scopa, d'un tratto, ebbe uno scarto pauroso. Per una frazione di secondo, il ragazzo credette di essere sul punto di cadere. Si afferrò stretto stretto al manico della scopa serrando le ginocchia. Non aveva mai provato niente di simile.  Poi accadde di nuovo. Era come se la scopa stesse cercando di disarcionarlo. Ma una Nimbus Duemila non decideva da sola, tutto d'un tratto, di disarcionare il suo cavaliere. Harry cercò di tornare indietro verso i pali della porta del Grifondoro; aveva una mezza idea di chiedere a Baston di far fischiare un intervallo. Ma poi si rese conto che la scopa non rispondeva assolutamente più ai comandi. Non riusciva a sterzare. Non riusciva a dirigerla dove voleva. Zigzagava nell'aria dando dei violenti scossoni che stavano per disarcionarlo.  Lee stava ancora commentando.  ‘Palla al Serpeverde... Flitt ha la Pluffa... oltrepassa Spinnet... supera Bell... viene colpito in faccia da un Bolide, spero che gli abbia rotto il naso... ma no, professoressa, sto solo scherzando... il Serpeverde segna... oh, no...’  I Serpeverde esultavano. Nessuno sembrava essersi accorto che la scopa di Harry si stava comportando in modo strano. Lentamente, a sbalzi e a strattoni, lo stava trasportando sempre più in alto, lontano dal gioco.  ‘Chissà cosa pensa di fare Harry’ bofonchiò Hagrid. Stava guardando attraverso il binocolo. ‘Direi che ha perso il controllo della sua scopa, direi... ma non può mica aver...’  D'un tratto, gli occhi di tutti furono puntati su Harry. La sua scopa aveva cominciato a fare le capriole, mentre lui riusciva a stento a reggersi in sella. Poi tutti gli spettatori trattennero il fiato. La scopa aveva dato uno strattone fortissimo e Harry era stato disarcionato. Ora il ragazzo penzolava giù, reggendosi al manico con una sola mano.  ‘successo qualcosa alla scopa quando Flitt lo ha bloccato?’ sussurrò Seamus.  ‘Impossibile’ disse Hagrid con voce tremante. ‘Niente può fare ammattire una scopa tranne una potente magia nera... e nessuno dei ragazzi sarebbe capace di fare una cosa simile a una Nimbus Duemila’.  A queste parole, Hermione afferrò il binocolo di Hagrid, ma anziché guardare in alto verso Harry, cominciò febbrilmente a scrutare le file del pubblico.  ‘Ma che diavolo stai facendo?’ chiese Ron con la faccia livida.  ‘Lo sapevo!’ ansimò Hermione. ‘Piton... guarda!’  Ron afferrò il binocolo. Piton stava sulla gradinata dirimpetto alla loro. Teneva gli occhi fissi su Harry e mormorava qualcosa sottovoce.  ‘Sta combinandone una delle sue... sta facendo il malocchio alla scopa’ disse Hermione.  ‘E ora che facciamo?’  ‘Lascia fare a me’.  Prima che Ron potesse proferire un'altra sola parola, Hermione era scomparsa. Ron puntò di nuovo il binocolo su Harry. La scopa stava vibrando così forte che sarebbe stato praticamente impossibile tenercisi attaccato ancora a lungo. Gli spettatori erano tutti in piedi, e guardavano inorriditi, mentre i gemelli Weasley volavano in soccorso dell'amico, cercando di trarlo in salvo su una delle loro scope, ma invano: ogni volta che gli si accostavano, la scopa di Harry faceva un balzo più in alto. Allora scesero di quota e si disposero in cerchio sotto di lui, sperando di riuscire ad afferrarlo al volo quando fosse caduto. Marcus Flitt, impossessatosi della Pluffa, segnò cinque volte senza che nessuno se ne accorgesse.  ‘Dai, Hermione, sbrigati!’ mormorava Ron disperato.  Hermione si era fatta largo tra gli spettatori per raggiungere il palco dove si trovava Piton e ora stava correndo lungo la fila di sedili alle spalle di lui; non si fermò neanche per chiedere scusa al professor Raptor, quando lo urtò facendolo cadere a faccia avanti. Una volta raggiunto Piton, si accucciò, tirò fuori la bacchetta magica e bisbigliò alcune parole scelte con cura. Dalla bacchetta sprizzarono delle fiamme blu che andarono a colpire l'orlo dell'abito di Piton.  Ci vollero forse trenta secondi perché Piton si rendesse conto di aver preso fuoco. Un improvviso grido di dolore fece capire alla ragazza che aveva ottenuto il suo scopo. Richiamò il fuoco e lo rinchiuse in un piccolo barattolo, se lo mise in tasca, e rifece il percorso inverso. Piton non avrebbe mai saputo quel che era successo.  Ma era bastato. Su in aria, Harry riuscì d'un tratto a rimettersi a cavallo della sua scopa.  ‘Neville, ora puoi guardare!’ disse Ron. Per tutti gli
ultimi cinque minuti Neville aveva singhiozzato col viso nascosto nella giacca di Hagrid.  Harry stava scendendo in picchiata verso terra quando gli spettatori lo videro mettersi una mano a coppa sulla bocca come se stesse per dare di stomaco: cadde carponi sul terreno di gioco, tossì... e qualcosa di dorato gli cadde in mano.  ‘Ho preso il Boccino!’ gridò agitandolo sopra la testa, e la partita terminò nel caos generale.  ‘Non l'ha preso, l'ha quasi inghiottito’ strillava Flitt ancora venti minuti dopo, ma tanto non aveva importanza. Harry non aveva violato nessuna regola e Lee Jordan stava ancora annunciando a squarciagola il risultato: il Grifondoro aveva vinto per centosettanta a sessanta.

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