martedì 10 maggio 2016

Magia, Mostri Puzzolenti e Amicizia - IV Incontro - Sabato 7 Maggio 2016


 

Halloween


Forse per tutte le cose che aveva da fare, con gli allenamenti di Quidditch tre sere a settimana oltre alla gran quantità di compiti, Harry stentava a credere che fossero passati quasi due mesi da quando era arrivato a Hogwarts. Al castello, si sentiva come a casa sua, molto più di quanto non gli fosse mai accaduto a Privet Drive. Anche le lezioni stavano cominciando a diventare sempre più interessanti, ora che avevano imparato a padroneggiare le nozioni fondamentali. La mattina di Halloween si svegliarono al profumo delizioso di zucca al forno che aleggiava per i corridoi. E per giunta, durante la lezione di Incantesimi, il professor Vitious aveva annunciato che li riteneva pronti a far volare gli oggetti, una cosa che morivano dalla voglia di provare fin da quando gli avevano visto far girare vorticosamente per la classe il rospo di Neville. Per l'esercitazione, il professor Vitious divise la scolaresca in coppie. Il compagno di Harry fu Seamus Finnigan (il che fu un sollievo per lui, dato che Neville aveva già cercato di cavargli un occhio). Ma a Ron toccò Hermione Granger. Era difficile dire chi dei due fosse più scontento della cosa. Lei non aveva più rivolto la parola a nessuno dei due dal giorno in cui era arrivato il manico di scopa di Harry. ‘Non dimenticate quel grazioso movimento del polso che ci siamo esercitati a ripetere!’ strillò il professor Vitious, arrampicato, come al solito, sopra la sua pila di libri. ‘Agitare e colpire, ricordate, agitare e colpire. Un'altra cosa molto importante è pronunciare correttamente le parole magiche... Non dimenticate mai il Mago Baruffio che disse "s" invece di "z" e si ritrovò steso a terra con un orso sopra il petto’. Era molto difficile. Harry e Seamus agitarono e colpirono, ma la piuma che avrebbero dovuto mandare verso l'alto era sempre lì sopra il banco. L'impazienza di Seamus fu tale che il ragazzo la stuzzicò con la bacchetta magica e le appiccò fuoco... e Harry dovette spegnerlo con il cappello. Ron, nel banco accanto, non aveva maggiore fortuna. ‘Wingardium Leviosa!’ gridò agitando le lunghe braccia come un mulino a vento. ‘Lo stai dicendo sbagliato’ Harry udì Hermione sbottare. ‘Wing-gar-dium Levi-o-sa: devi pronunciare il "gar" bello lungo’. ‘E fallo te, visto che sei tanto brava!’ la rimbeccò Ron. Hermione si rimboccò le maniche della tunica, agitò la bacchetta magica e disse: ‘Wingardium Leviosa!’ La piuma si sollevò dal banco e rimase sospesa in aria a circa un metro e mezzo sopra le loro teste. ‘Molto bene!’ gridò il professor Vitious battendo le mani. ‘Avete visto tutti? Miss Granger c'è riuscita!’ Alla fine della lezione Ron era di pessimo umore. ‘Non c'è da stupirsi che nessuno la sopporti’ disse a Harry mentre si facevano largo nel corridoio sovraffollato. ‘Quella ragazza è un incubo, parola mia!’ Harry si sentì battere su una spalla da qualcuno che lo superò. Era Hermione. Le intravide il volto... e si rese conto con stupore che era in lacrime. ‘Credo che ti abbia sentito’. ‘E allora?’ disse Ron, ma aveva l'aria un po' imbarazzata. ‘Deve essersi resa conto che non ha amici’. Hermione non si presentò alla lezione successiva e non si fece vedere per tutto il pomeriggio. Mentre si avviavano verso la Sala Grande per la festa di Halloween, Harry e Ron sentirono Calì Patil dire alla sua amica Lavanda che Hermione stava piangendo nel bagno delle femmine e voleva essere lasciata in pace. A questa notizia, Ron si sentì ancora più imbarazzato, ma un attimo dopo erano nella Sala
Grande, dove le decorazioni per Halloween fecero loro dimenticare Hermione. Un migliaio di pipistrelli si staccò in volo dalle pareti e dal soffitto, mentre un altro migliaio sorvolò i tavoli in bassi stormi neri, facendo tremolare le candele dentro le zucche. Le pietanze del banchetto apparvero all'istante nei piatti d'oro, come era avvenuto per il banchetto di inizio anno. Harry si stava servendo una patata farcita, quando il professor Raptor entrò nella sala di corsa, con il turbante di traverso e il terrore dipinto in volto. Tutti gli sguardi erano puntati su di lui mentre si avvicinava alla sedia del professor Silente, inciampava sul tavolo e con un filo di voce diceva: ‘Un mostro... nei sotterranei... pensavo di doverglielo dire’. E si accasciò a terra svenuto. Nacque un tumulto. Ci vollero diversi petardi viola della bacchetta magica del professor Silente per ripristinare il silenzio. ‘Prefetti’ tuonò, ‘riportate immediatamente i ragazzi nei rispettivi dormitori, immediatamente!’ Percy era nel suo elemento. ‘Seguitemi! Voi del primo anno, rimanete uniti. Non avete ragione di temere il mostro se seguite i miei ordini. Fate largo, passano quelli del primo anno. Scusate, scusate, sono un prefetto’. ‘Ma come ha fatto a entrare un mostro?’ chiese Harry mentre salivano le scale. ‘Non chiederlo a me. Si dice che siano esseri veramente stupidi’ disse Ron. ‘Forse è stato Pix, per fare uno scherzo di Halloween’. Incontrarono vari gruppi di ragazzi che si affrettavano in direzioni diverse. Come furono riusciti a farsi largo a spintoni tra una folla di Tassorosso agitatissimi, all'improvviso Harry afferrò il braccio di Ron. ‘M'è venuto in mente soltanto ora... Hermione!’ ‘Che cosa le è successo?’ ‘Non sa del mostro’. Ron si morse il labbro. ‘E va bene!’ esclamò. ‘Ma è meglio che Percy non ci veda’. Piegandosi velocemente, si confusero col gruppo dei Tassorosso che andavano nella direzione opposta, sgattaiolarono verso un corridoio laterale deserto e spiccarono una corsa verso il bagno delle femmine. Avevano appena svoltato l'angolo, quando udirono dei passi rapidi dietro di loro. ‘Percy’ sibilò Ron spingendo Harry dietro a un grosso grifone di pietra. Tuttavia, guardando meglio, non videro Percy, bensì Piton, il quale attraversò il corridoio e sparì dalla vista. ‘Che cosa diavolo sta facendo?’ sussurrò Harry. ‘Perché non è giù nei sotterranei con gli altri insegnanti?’ ‘E che ne so io’. Percorsero furtivi il corridoio successivo il più silenziosamente possibile seguendo l'eco dei passi di Piton che si andavano affievolendo. ‘Si sta dirigendo al terzo piano’ disse Harry, ma Ron gli prese la mano. ‘Non senti uno strano odore?’ Harry annusò l'aria e gli giunse alle narici un orrendo fetore, un misto di calzini sporchi e di gabinetto pubblico non pulito da tempo. E poi lo udirono: un cupo grugnito e i passi strascicati di piedi giganteschi; all'estremità di un passaggio sulla sinistra, qualcosa di enorme avanzava verso di loro. Si ritirarono in ombra e lo stettero a guardare mentre si ergeva da una pozza di luce lunare. Fu una visione orripilante. Alto più di tre metri, aveva la pelle di un color grigio granito senza sfumature, il corpo bitorzoluto come un sasso, con in cima una testa piccola e glabra, come una noce di cocco. Le gambe erano corte e tozze come tronchi d'albero e i piedi piatti e ricoperti di corno. L'odore che emanava da quella creatura era incredibile. Aveva in mano un'immensa clava di legno che strascinava per terra per via delle braccia troppo lunghe. Il mostro si fermò vicino a una porta e guardò dentro. Agitò le lunghe orecchie cercando, con la sua mente limitata, di prendere una decisione; poi, con andatura goffa e lenta, entrò. ‘La chiave è nella toppa’ bisbigliò Harry. ‘Potremmo chiuderlo dentro’. ‘Buona idea’ disse Ron nervoso. Strisciando lungo il muro, raggiunsero la porta, che era aperta; avevano la bocca secca e pregavano in cuor loro che il mostro non avesse deciso di uscire. Con un grande balzo, Harry riuscì ad afferrare la chiave, chiuse la porta e la sprangò. ‘Ecco fatto!’ Tutti ringalluzziti dalla vittoria, risalirono di corsa il passaggio ma, una volta giunti all'angolo, udirono qualcosa che gli raggelò il sangue nelle vene: un acuto grido di terrore, che proveniva dalla stanza che avevano appena chiuso a chiave. ‘Oh, no!’ esclamò Ron pallido come il fantasma del Barone Sanguinario. ‘il bagno delle femmine!’ ansimò Harry. ‘Hermione!’ esclamarono a una sola voce. Era l'ultima cosa che avrebbero voluto fare, ma quale altra scelta avevano? Fecero dietrofront, ripercorsero all'impazzata il corridoio fino alla porta e girarono la chiave, annaspando per il panico. Harry la spalancò ed entrambi si precipitarono dentro. Hermione Granger stava rannicchiata contro la parete opposta e aveva tutta l'aria di essere sul punto di svenire. Il mostro avanzava verso di lei e, nella sua marcia, strappava via dal muro i lavandini. ‘Maledizione!’ esclamò Harry disperato rivolto a Ron, e afferrato un rubinetto, lo scagliò con tutta la forza che aveva contro la parete. Il mostro si fermò a pochi metri da Hermione. Si girò goffamente, sbattendo gli occhi con espressione ottusa per vedere che cosa avesse provocato quel rumore. I suoi occhietti malvagi videro Harry. Esitò, poi decise di dirigersi verso di lui, cosa che fece brandendo la clava. ‘Ehi, tu, cervello di gallina!’ gridò Ron dal lato opposto della stanza, scagliandogli contro un tubo di metallo. Sembrò che il mostro non si fosse neanche accorto del corpo contundente che lo aveva colpito alla spalla, ma che avesse udito il grido; si fermò di nuovo, volgendo ora il suo grugno orrendo verso Ron, e dando così il tempo a Harry di aggirarlo. ‘Dai, corri, corri!’ gridò Harry a Hermione, cercando di tirarla verso la porta. Ma la ragazza era paralizzata, incollata al muro, con la bocca spalancata per il terrore. Le grida e il frastuono sembrarono rendere furioso il mostro. Emise un altro barrito poderoso e si avviò veloce in direzione di Ron che era il più vicino e non aveva vie di scampo. A quel punto, Harry fece una cosa al tempo stesso molto coraggiosa e molto stupida: presa la rincorsa, spiccò un salto e cercò di aggrapparsi al collo del mostro, cingendolo con le braccia da dietro. Il mostro non si accorse che Harry gli si era attaccato; ma non poté ignorare il pezzo di legno che gli venne infilato su per il naso. Quando Harry aveva spiccato il salto aveva la bacchetta magica in mano, quella si era introdotta in una delle narici del bestione. Ululando di dolore, il mostro cominciò a roteare la sua clava e a menar colpi, con Harry sempre aggrappato alla schiena che cercava di vendere cara la pelle; da un momento all'altro, avrebbe potuto scrollarselo di dosso o assestargli una tremenda mazzata con la clava. Hermione, terrorizzata, si era accasciata al suolo; Ron tirò fuori la bacchetta magica e, senza sapere neanche che cosa avrebbe fatto, udì la propria voce gridare il primo incantesimo che gli veniva in mente: ‘Wingardium Leviosa!’ La clava sfuggì improvvisamente dalle mani del mostro, si sollevò in aria, in alto, sempre più in alto, poi lentamente invertì direzione e ricadde pesantemente sulla testa del suo proprietario, con uno schianto assordante. Il mostro vacillò e poi cadde a muso avanti con un tonfo che fece tremare tutta la stanza. Harry si rimise in piedi. Tremava e gli mancava il fiato. Ron era lì, immobile, con la bacchetta ancora alzata, a contemplare il proprio operato. La prima a parlare fu Hermione. ‘E'... morto?’ ‘Non credo’ disse Harry. ‘Credo che lo abbiamo semplicemente messo K.O.’. Si chinò sul mostro e gli estrasse la bacchetta dal naso. Era coperta di una sostanza che sembrava una colla grigia tutta grumi. ‘Puah! Caccole di mostro!’ E ripulì la bacchetta sui calzoni del bestione. Un improvviso sbattere di porte e un gran rumore di passi obbligarono tutti e tre ad alzare lo sguardo. Non si erano resi conto di quale e quanto baccano avessero fatto, ma naturalmente, di sotto, qualcuno doveva aver sentito il frastuono e i barriti. Un attimo dopo, la professoressa Mcgranitt faceva irruzione nel locale, seguita da Piton e da Raptor che chiudeva il terzetto. Raptor lanciò un'occhiata al mostro, emise un flebile gemito e si sedette rapidamente su una tazza del gabinetto tenendosi una mano premuta sul cuore. Piton si chinò sul mostro. La Mcgranitt guardava i ragazzi. Harry non l'aveva mai vista tanto arrabbiata. Aveva le labbra livide. La speranza di guadagnare cinquanta punti per i Grifondoro svanì all'istante. ‘Che cosa diavolo credevate di fare?’ chiese la Mcgranitt con una furia glaciale nella voce. Harry guardò Ron, che stava ancora con la bacchetta sospesa in aria. ‘Avete corso il rischio di venire ammazzati. Perché non eravate nel vostro dormitorio?’ Piton lanciò a Harry uno sguardo rapido e penetrante. Harry abbassò il suo a terra. Avrebbe voluto che Ron mettesse giù quella bacchetta magica. Poi, dall'ombra, si sentì una vocina flebile. ‘La prego, professoressa Mcgranitt... erano venuti a cercare me’. ‘Signorina Granger!’ Finalmente, Hermione era riuscita a mettersi in piedi. ‘Ero andata in cerca del mostro perché... perché pensavo di essere in grado di affrontarlo da sola... perché... sa... ho letto tutto sui mostri’. A Ron cadde la bacchetta di mano. Hermione Granger che mentiva sfacciatamente a un insegnante! ‘Se non mi avessero trovato, sarei morta. Harry gli ha infilato la bacchetta nel naso e Ron l'ha steso con un colpo della sua stessa clava. Non hanno avuto il tempo di andare a chiamare nessuno. Quando sono arrivati, il mostro stava per uccidermi’. Harry e Ron cercarono di darsi l'aria di sapere tutto da prima. ‘Be'... in questo caso...’ disse la Mcgranitt guardandoli tutti e tre. ‘Signorina Granger, piccola incosciente, come hai potuto pensare di affrontare da sola un mostro di montagna?’ Hermione chinò la testa. Harry era senza parole: Hermione era l'ultima persona al mondo capace di infrangere una regola, ed eccola là, a fingere di averlo fatto, per scagionare loro. Era come se Piton avesse cominciato a distribuire caramelle. ‘Signorina Granger, per questo a Grifondoro verranno tolti cinque punti’ disse la professoressa Mcgranitt. ‘Mi hai molto delusa. Se non sei ferita, torna immediatamente alla torre di Grifondoro. Gli studenti stanno finendo di festeggiare Halloween nei rispettivi dormitori’. Hermione uscì. La professoressa Mcgranitt si rivolse a Harry e Ron. ‘Bene, torno a dire che siete stati fortunati, ma non molti allievi del primo anno avrebbero saputo tenere testa a un mostro di montagna così grosso. Vincete cinque punti ciascuno per Grifondoro. Il professor Silente ne sarà informato. Potete andare’. Corsero via e non spiccicarono parola fino a che non furono arrivati due piani più su. A parte il resto, fu un sollievo lasciarsi alle spalle il tanfo di quel mostro. ‘Avremmo meritato di guadagnare più di dieci punti’ bofonchiò Ron. ‘Vorrai dire cinque, una volta sottratti i cinque punti di Hermione’. ‘stata buona a toglierci dai guai in quel modo’ ammise Ron. ‘Ma non dimentichiamo che siamo stati noi a salvare lei!’ ‘Però, non avrebbe avuto bisogno di nessun salvataggio se non avessimo chiuso a chiave quel coso insieme a lei’ gli ricordò Harry. Erano arrivati al ritratto della Signora Grassa. ‘Grugno di porco’ dissero, ed entrarono. La sala di ritrovo era gremita di gente e molto rumorosa. Tutti stavano mangiando le pietanze spedite su dalle cucine.
Hermione era sola soletta, vicino alla porta, e li aspettava. Ci fu un silenzio pieno d'imbarazzo. Poi, senza guardarsi negli occhi, tutti e tre dissero ‘Grazie’ e corsero via a procurarsi dei piatti. Ma da quel momento, Hermione Granger divenne loro amica. impossibile condividere certe avventure senza finire col fare amicizia, e mettere K.O. un mostro di montagna alto quattro metri è fra quelle.

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